
Nella tabella del rendimento personale di un calciatore, accanto alla voce di chi difende i pali, si trova sempre la cifra che conteggia le reti subìte e il numero delle partite terminate senza aver subìto gol. Il grande assente tra le righe riguarda certamente la statistica che racconta le emozioni più grandi tra i pali: i gol salvati, quelli che, grazie a un tuffo spettacolare, a un guantone che si allunga o a un tacchetto che devia sulla linea, evitano reti sgradevoli. A volte si tratta di preservare un risultato già positivo di per sé, ma altre volte la posta in gioco è molto più alta. Conservare una vittoria, per esempio, o un pareggio che vale un trionfo.
Come quello dell’1-1 contro il Lione, su cui il valido portiere dell’Atalanta Etrit Berisha ha messo più volte la pezza: su Diaza, su Tete, su Traoré. È lui che ha salvato il nostro punto d’onore difendendo la rete al Parc Olympique Lyonnais. Eppure l’albanese, fermo tra i pali, godeva di uno spettacolo che avrebbe potuto incutergli timore: per tutti i due tempi di gioco, ha avuto fischi assordanti alle sue spalle provenienti dalle due curve nemiche che gli hanno trafitto i timpani ma di certo non la schiena, che si è allungata a parare anche l’impossibile. Persino il loro gol, la prima volta, l’aveva ribattuto.
Protagonista in Europa, che già aveva affrontato due anni fa con la Lazio, con la quale raccolse quasi 3 punti a partita, l’albanese che ha preso il posto di Sportiello sta dimostrando che la sua crescita è tutt’altro che conclusa, ma sta ritrovando grande continuità. Domani sera affronterà la Juve e nei precedenti scontri ha avuto troppe poche occasioni per farsi vedere tra i pali: negli ultimi tre anni, tra panchina alla Lazio e problemi al ginocchio a Bergamo, Berisha l’ha affrontata solo una volta, nello spettacolare 2-2 di ritorno. In tanti firmerebbero per ripetere il pareggio domani sera in casa e lui sarà chiamato a replicare le sue ultime prestazioni e a mettere in cassaforte il risultato.
Perché lo scorso anno è stato messo in ombra dal lavoro fantastico e di fino della muraglia a tre atalantina, ma in questa stagione, appena un frammento crepa, ha fatto intravedere la sua abilità nel salvare più volte il tabellino. Per questo, a titolo di soddisfazione personale o, se non altro, di correttezza, sarebbe più che giusto riportare tutte le 50 sfumature di un portiere e che, accanto alle reti subite, siano ricordate anche le migliori. Quelle salvate.
