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Brambilla imita Gasperini: la Primavera schianta l’Inter

Atalanta – Inter 2-0 (0-0)
ATALANTA (3-5-2): Carnesecchi; Alari, Del Prato, Salvi; Zortea (35′ st Carminati), Melegoni, Bolis, Colpani (32′ st Chiossi), Migliorelli; Elia (37′ pt Kulusevski), Barrow. In panchina: Vidovsek, Heidenreich, Rizzo Pinna, Pagliari, Nivokazi. Allenatore: Massimo Brambilla.
INTER (4-3-1-2): Pissardo; Valietti, Bettella, Lombardoni, Zappa; Emmers (39′ st Mutton), Schirò (12′ st Rover), Danso; Zaniolo; Merola (12′ st Belkheir), Odgaard. In panchina: Tintori, Sala, Corrado, Nolan, Gavioli, Rada, Brignoli. Allenatore: Stefano Vecchi.
Arbitro: Nicoletti di Catanzaro (Segat di Pordenone, Miniutti di Maniago).
RETI: 7’ st Melegoni (A), 37′ st Barrow (A).
Note: mattinata coperta, spettatori 550. Ammoniti Danso e Salvi per gioco scorretto. Corner 4-6, recupero 4′ e 3′.

Azzano San Paolo – Dopo Torino e Samp, non c’è due senza tre: cade anche l’Inter, è secondo posto nel gruppone a 9 con Fiorentina ed Hellas dietro la Roma in fuga. Una vittoria all’inglese, quella della Primavera dell’Atalanta, a immagine e somiglianza della prima squadra, visto che Brambilla ha abbandonato il tradizionale tridente virando al 3-5-2 di coppa di Gasperini. Ed è anche il primo bottino pieno tra le mura amiche in quattro giornate alle soglie della sosta per le nazionali, al rientro della quale c’è l’ospitata a Vigasio con i pari classifica.

I nerazzurrini si scaldano con la telefonata di Barrow accompagnata da Zortea (5′) e la conclusione a giro dell’enfant-du-pays Melegoni (8′) che raccoglie una palla in uscita mancando di poco il bersaglio. Di là Merola cicca la risposta mancina sprecando la verticalizzazione di Schirò, ma quello interista è un fuoco di paglia. A tiro del quarto d’ora ci riprova il gambiano, che da trenta metri non può che fare il solletico a Pissardo, ma in capo a tre giri di lancetta solo la traversa ferma la bordata dal limite del centrocampista azzanese favorita dalla sua sponda dietro suggerimento di Migliorelli dall’out. Quello di Zortea dal lato opposto al 21′ trova la girata alle stelle del centravanti, mentre non si è ancora spenta l’eco delle recriminazioni locali per il braccio aperto di Zaniolo sull’angolo di Bolis due minuti prima. Proprio il trequartista dà la sveglia agli ospiti al 29′ quando il suo sinistro radente sull’asse con il danese Odgaard termina sull’esterno della rete. Un altro tris di cronometro e Valietti chiude Migliorelli, liberato dalla combinazione Zortea-Barrow.

La variazione al copione si chiama Kulusevski, che a dodici dalla pausa rileva un’Elia un po’ avulso dal gioco e al 45′ viene stoppato dal braccio proteso del portiere milanese (che rimane contuso alla testa nell’uscita) dopo l’uno-due fulminante con Colpani partendo da destra. La soluzione personale da fuori di Zaniolo al terzo di recupero sorvola il montante. Nella ripresa subito Zortea, imbeccato da Bolis, prova l’inserimento facendosi recuperare in fallo di fondo da Lombardoni (4′), poi il ragazzo di paese la infila nell’angolino dopo essersi aperto il pertugio sul tacco smarcante del compagno col numero nove. È il minuto 7, al raddoppio del timer Kulusevski fallisce il colpo del ko agganciando col piede sbagliato, il destro, il cross dentro di Zortea al culmine di un’azione rifinita da Barrow. Lo svedese di ascendenze macedoni spreca di nuovo al 18′, stavolta in contropiede e con l’estremità giusta, ma la reazione dei Vecchi-boys è anche sfortunata: Danso la imbocca a Carnesecchi dai venti metri, al 22′ tra il tocco volante di Rover (corner di Emmers) e il pari c’è l’incrocio. E la Baby Dea rischia ancora da palla inattiva, al 25′, quando Zaniolo svetta sulla punizione lunga di Emmers resa insidiosa dalla deviazione di petto di Migliorelli: l’estremo atalantino in tuffo blinda lo score. Ad archiviare del tutto la pratica ci pensa il ragazzone là davanti, capace di aprire la ripartenza e chiudere i conti girando a rete in caduta grazie al traversone di Carminati sporcato da Bolis (i difensori avversari lamentano un tocco di mano). Kulusevski aggiunge al menù la faccia superiore della traversa a cinque dal novantesimo, Rover la fiammata della disperazione sventata da Carnesecchi e Barrow il contropiede a due con il nazionale svedese finito le braccia di Pissardo.

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