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Nel nome del Papu re: minutaggi e turnover, cifre da capogiro

Nove sinfonie, nove diverse composizioni dell’orchestra. Ma un solo uomo saldamente con la bacchetta in mano. Lo stesso dell’anno scorso, il lider maximo, il goleador uscente (16) che è anche l’attuale (5). Per scrivere sullo spartito del doppio fronte nazionale e continentale la favola dell’Atalanta, che sul possibile ostacolo di un turnover obbligato ha steccato soltanto due volte, nell’incipit di campionato con Roma e Napoli. E solo per il risultato, non certo per il gioco. Nel tourbillon di cambi di formazione e schemi, messe a riposo più o meno obbligate e acciacchi assortiti, a ergersi a re incontrastato del minutaggio, appena insidiato dall’uomo tra i legni, da Remo il metronomo svizzero e da Andrea il mastino viareggino, è Alejandro Gomez.

L’instancabile per definizione, l’uomo a cui Gian Piero Gasperini rinuncia solo per causa di forza maggiore. E ovviamente il primo della lista dell’utilizzo, con 596 giri di lancetta a sbuffare sui prati della serie A e 187 in Europa League al lordo dei tempi di recupero, a dispetto della partenza dalla panchina nella gara di campionato al “Bentegodi” contro il Chievo. Esemplificativa del metodo Gasp in questo scorcio autunnale: s’era reduci dal trionfo sull’Everton, in porta ci va Gollini (96′) e non Berisha (572′ + 187′, il più sfruttato dopo il Papu), lo stremato Toloi (404’+ 93′) viene lasciato fuori dai convocati, gli sloveni Kurtic (342′ + 11′) e Ilicic (543′) giocano insieme larghi sulle corsie, Orsolini (61′) subentra al secondo procurandosi il rigore del pari trasformato dal numero 10. L’ascolano nell’occasione figura come diciannovesimo giocatore a referto finito anche nel tabellino: nell’infrasettimanale del 20 settembre con il Crotone se ne aggiungeranno altri due, Vido (22′) e Bastoni (17′), con Mancini a chiudere il cerchio delle rotazioni domenica 24.

L’uomo sulla tolda di comando, per dosare le energie, ha deciso di varare la strategia dei 15-16 papabili titolari garantendo una chance pressoché a tutti al netto dello svizzero Haas, l’unico della rosa insieme al terzo portiere Rossi a non aver messo piede in campo. Di conseguenza, ogni volta è stato proposto un undici diverso. La ricerca della stabilità riguarda soprattutto la difesa, dove in attesa della forma migliore di Mattia Caldara (478′ + 110′) è stato gettato nella mischia per le prime tre sfide di fila – coppa compresa – il terzetto composto dal neo infortunato Toloi, Palomino (478′ + 187′) e Masiello (556′ + 171′). Spiccioli, invece, oltre che per il citato centralone mancino di Piadena anche per Gianluca Mancini, 71 corsette di cronometro a Firenze da ex di lusso al posto dell’italobrasiliano uscito per noie al retto femorale.

Sulle corsie e in mezzo, invece, allegra ed efficace alternanza. Il tutto sinistro Robin Gosens ha racimolato 354′ senza Europa, lo stantuffo Hans Hateboer 490′ più il full time contro Toffees e OL (187′) candidandosi di prepotenza all’eredità di Conti, Timothy Castagne 267′ più 141′ in EL riciclandosi a mancina in due allacciate di scarpe su cinque (Chievo ed Everton) in attesa che del ruolo si rimpossessasse il mancato transfugo juventino Leonardo Spinazzola: per il folignate, aduso a cenare nel salotto buono di Bergamo spesso insieme al suo procuratore Davide Lippi, 192′ filati in A tra la Fiorentina e i bianconeri con l’intermezzo da 94′ del Groupama Stadium. In mediana o poco più in là (vedi 3-4-1-2 al Mapei Stadium) c’è posto per chiunque: Cristante (gol di testa a Napoli e Juve, di piede agli inglesi) ha 444′ più 128′, bocciato solo a Lione dove è stato levato di torno dopo la prima metà; de Roon 363′ più il tempo pieno il giovedì sera, un altro intoccabile come Freuler (spettatore soltanto in casa contro il Sassuolo ed eroe nell’1-1 in extremis al “Franchi”) 545′ più 187′.

Davanti, sapiente dosaggio e sana competizione: detto del moto perpetuo del bonaerense di passaporto italiano, ci sono un Andreas Cornelius da cinque timbrate di cartellino più che altro part time (191′ e il gol al Sassuolo, più 14′ come cambio in corsa del compagno di reparto a Reggio) e un Andrea Petagna da 301′ (in rete con Sassuolo e Crotone) più 141′ da superbo regista offensivo oltre confine, anche se al Parc Olympique Lyonnais ha segnato il passo. Cifre da capogiro. Dove si sono mai visti 18 elementi su 22 con più chances da titolari in sole 9 partite in avvio d’annata?

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