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Nerazzurri in prestito pt.1 – Renate, un trio a comandare. E quanti gol

Tra i prestiti nerazzurri in auge nel weekend calcistico appena trascorso non poteva mancare gente che veste gli stessi colori sociali della casa madre. La copertina della settimana se la meritano tutta Gabriel Lunetta (in panca), Davide Palma (interno da 78 minuti) e Giuseppe Ungaro (27 minuti da cambio di Piscopo all’ala). Tre ragazzi che da Zingonia sono usciti da tempo per la solita teoria di parcheggi in giro per l’Italia e svernano in serie C. Senza essere mai riusciti a sfiorare la prima squadra, ma capaci di issarsi in vetta al girone B col Renate, 4 mila abitanti e stadio domestico a Meda da nemmeno 3 mila posti, regia dietro le quinte dell’atalantinissimo diesse Oscar Magoni: 15 punti sui 18 disponibili, en plein mancato solo per l’inopinata sconfitta interna con l’AlbinoLeffe di quattro giornate fa e fresco bottino pieno di misura a Trieste. 5 presenze 1 un’imbucata a cranio per il trio, a segno rispettivamente con Modena, Reggiana (matchball) e Padova (all’esordio).

In serie A, sbrigata con la parola disfatta la prova del milanista Franck Kessie con la Roma, cartellino timbrato per due: Alberto Paloschi, sostituto dell’ex Borriello autore del vantaggio (cross di Antenucci) della Spal nel pari interno col Crotone, e Marco D’Alessandro, titolare insieme al mastino Berat Djimsiti nel ko del Benevento con l’Inter firmato Brozovic nonché autore del gol delle speranze infrante sul suo stesso legno nel secondo tempo. Il bomber di Cividate al Piano non segnava in A dal 17 gennaio dell’anno scorso, Empoli-Chievo 1-1; curiosamente, agli azzurri di Toscana anche l’ala del Tiburtino aveva infilato l’ultima prodezza personale, quella decisiva nel 2-1 nell’extra time il 20 dicembre 2016. Atalantini che infieriscono sulla neo retrocessa ce ne sono anche in B, vedi la zuccata di Anton Kresic che ha dato il la alla remuntada dell’Avellino (poi completata dal rigore di Castaldo e da capitan D’Angelo, sempre di testa) al 5′ della ripresa su punizione dalla sinistra by Di Tacchio: per gli irpini, che hanno lasciato nell’occasione Emanuele Suagher in panchina e hanno potuto contare su 50 minuti e rotti di Salvatore Molina largo a sinistra nel 4-4-1-1 di Novellino, il primato (13) in coabitazione con Perugia, Frosinone e Palermo ha resistito fino al posticipo del lunedì che ha consegnato la testa ai ciociari. Un Monday Night da occhiali per inaugurare il “Benito Stirpe” cui hanno partecipato, da titolarissimi nella retroguardia della Cremonese di Tesser, Alberto Almici e Michele Canini.

Sempre in cadetteria, a completare la strana coppia di goleador zingoniani di turno sabato è il ’99 Christian Capone, che a Carpi (inserimento flash su assist dal fondo di Coulibaly) ha regalato la seconda vittoria in campionato al balbettante Pescara di Zeman, a digiuno dalla prima giornata (manita sporca al Foggia), con gli altri due prestiti bergamaschi Luca Valzania (riserva) ed Emmanuel Latte Lath (acciaccato, zero minuti finora) fuori causa. L’attaccante polivalente di Abbiategrasso è alla terza prodezza dopo quelle con Salernitana ed Entella, al poker se si considera la Coppa Italia (al Brescia, nel primo turno). Restando in tema di coppie, c’è da raccontare la storia minima di quelle che, se non il talamo del tabellino alla voce marcatori, condividono almeno la maglia. Non se la passa bene il Cesena di Niccolò Fazzi e Fabio Eguelfi, uno titolare (basso a destra) e l’altro a referto tra le riserve nel rovescio (5-2) di Vercelli che ha lasciato i bianconeri al lumicino in classifica costringendoli al cambio della guardia Camplone-Castori: un mancato derby col panchinaro delle Bianche Casacche, il tuttofare del centrocampo Mario Pugliese.

Venti giri di lancetta conclusivi per Simone Emmanuello (cambio di Colombatto) nel ko in rimonta (Han, l’Airone Caracciolo e il figlio d’arte Bisoli) del Perugia a Brescia, per la salvezza della tolda di comando locale sotto le terga di Roberto Boscaglia, mentre il difensore Alberto Dossena e il portiere Alessandro Santopadre (figlio del presidente Massimiliano, che a gennaio l’aveva venduto alla Dea) non sono stati fatti entrare dal tecnico Giunti. 79 minuti per Guido Marilungo e tutto il match per Matteo Pessina nell’1-0 dello Spezia del volto noto Fabio Gallo (centrocampista anni ’90 e in seguito tecnico della Baby Dea) contro il Bari risolto dal sinistro di Lopez a sette dal novantesimo. L’abbinata portiere-terzino sinistro tra Boris Radunovic e Patrick Asmah a Salerno non s’è ancora composta causa persistente inutilizzo del secondo da parte dell’ex vice di Reja a Bergamo, Alberto Bollini, che ha rimontato il Parma sul 2-2 nell’anticipo di venerdì sera.

Tra le pedine sotto contratto che occupano lo scacchiere altrui in solitario, Davide Agazzi ha sfoderato una discreta prova nel solito spot di mezzala destra nel pari casalingo del suo Foggia (acciuffato nel finale sul 2-2 da Dickmann) nel posticipo domenicale contro il Novara: c’erano altri due ex atalantini, Pelizzoli in panchina per i Satanelli di Stroppa (7 punti, nessuna vittoria allo “Zaccheria”) e Troest nella grande muraglia del team di Corini. L’infermeria, ovvero i postumi della lesione al terzo distale del retto femorale mancino, ha fatto saltare a Gaetano Monachello l’ennesimo zero al quoto di giornata, quello del suo Palermo ad Ascoli contro gli ex Rosseti e Castellano. Niente minuti ma schiena appoggiata al sedile per Giuseppe De Luca, Zanzara pungente una sola volta a La Spezia e spettatore nel successo corsaro dell’Entella a Cittadella: in avanti hanno giocato Diaw e poi La Mantia più Luppi.

 

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