cropped-CA-logo.png
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Bonaldi (Aiac) e il limbo dei Primavera: “Tutor e serie C serbatoio, ma ci vuole benzina”

“I ragazzi che escono dai settori giovanili hanno bisogno di uno o più tutor per essere indirizzati al calcio professionistico, ma sono poche le società che si attrezzano in tal senso”. Parola di Leonardo Mazzoleni Bonaldi, delegato nazionale di Bergamo dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio e profondo conoscitore dei vivai avendo allenato in quello dell’Atalanta dal 1983 al 1988, tre campionati e vari tornei in bacheca tra cui il prestigioso “Dossena” nel 1985. Una voce autorevole sulla questione spinosa dei baby parcheggiati magari in serie C senza trovare sbocchi, col rischio di trovarsi in un limbo.

Anche a distanza di anni dallo “svezzamento”, ben 10 prestiti dell’Atalanta sui 28 distribuiti nei tre gironi del terzo campionato nazionale non hanno visto il campo in occasione dell’ultimo turno infrasettimanale. Tulissi, ex bomber della Dea Under 19, dopo l’annata a metà fra Modena e Piacenza non trova posto nella Reggina.
“Non tutti sono pronti caratterialmente per fare i calciatori professionisti. Anche se le società fanno molto per formarli, un percorso di carriera ha bisogno di pianificazione e pazienza. Il giocatore, poi, è bene che si faccia assistere da personaggi a cui veramente premano la sua carriera e non solo desiderosi di riempirsi le tasche di soldi: di esempi negativi ne abbiamo tanti, purtroppo. I tutor dovrebbe farsi carico di accompagnare i ragazzi dalla Primavera al mondo professionistico, purtroppo non sono molti i club che si muovono così. Eppure è un passaggio decisivo per l’uomo e per il calciatore”.

La solita crisi di sistema, insomma.
“Il fatto è che la C va sorretta economicamente dalla A per essere il vero serbatoio delle categorie maggiori. Uno scopo ottenibile limitando l’impiego dei giocatori più maturi e garantendo cospicui premi di formazione. È ovvio che il terzo campionato nazionale vada seguito, mentre l’estero un po’ meno. Perché da fuori dell’Italia ne arrivano tanti, forse troppi, ma quelli che meritano veramente sono meno della metà”.

Eppure a Zingonia qualche nome in proiezione futura c’è anche adesso. Forse qualcuno già pronto all’uso tra i senior.
“Parlando dell’attuale Primavera, bene il portiere ex Cesena, Marco Carnesecchi. Enrico Del Prato (figlio d’arte, ndr) è cresciuto molto. Ci sono centrocampisti di ottimo livello, su tutti ovviamente Melegoni. Quanto a Barrow, ne avevo pronosticato il valore e le doti al suo esordio: è una punta pura, prima o seconda. Scendendo di categoria nell’Under 17, mi piace molto Alessandro Cortinovis. Abbiamo tanti ottimi ragazzi, ma lo spartiacque rimane il campionato Under 19: è lì che devi primeggiare. Da tenere con un occhio di riguardo Christian Capone, che a Pescara sta facendo molto bene: con Zeman, per un attaccante, è come fare un master universitario”.

Lei è di Verdello, come il mitico Giuseppe Brolis, la prima grande istituzione a Bergamo a livello di vivaio pro.
“Il dottor Brolis è stato un innovatore per il settore giovanile atalantino fin dalla metà degli anni sessanta, quando l’attività si svolgeva a Bergamo al Campo militare ‘Utili’. Lo riorganizzò con la ricerca di talenti mediante la creazione di una rete di società affiliate in tutto il Paese: leve calcistiche con l’emblema nerazzurro, il tutto con l’aiuto di Nazareno Fioretti, esperto e capace osservatore, e il ragionier Marchesi, persone che lo seguiranno anche nella sua esperienza con Cremonese, Perugia Juventus, Piacenza e Milan. Io iniziai a collaborare con lui dal 1975. Nella sua carriera ha portato in prima squadra nei bianconeri sei o sette titolari e altrove, in epoche diverse, almeno il doppio: basti ricordare Cabrini, Scirea, Fanna, Tavola, Prandelli, Bodini, Marocchino e tanti altri, finiti regolarmente nelle Nazionali”.

Anche Nado Bonaldi ha qualche successo all’attivo quale scopritore di giocatori…
“In 5 anni 3 campionati, al ‘Viareggio’ nel 1985 non centrammo la finale perdendo 11-10 ai rigori con la Roma. Tanti giocatori arrivarono in A: tra quelli lanciati da me, ricordo Ghezzi, Carnasciali, Milani, Pala, Costanzo Barcella, Bruniera, Valoti, Consonni, Cortesi, Maffioletti, Piovanelli e il capitano Diego Bortoluzzi. Me ne andai per mia volontà, a malincuore e per protesta: per la non conferma di Gigi Pizzaballa, il miglior dirigente sportivo del Settore Giovanile con cui io abbia lavorato. Vincere il campionato di categoria due volte coi Giovanissimi e una con gli Allievi è stato bellissimo. La vittoria più grande, però, è avere avuto l’opportunità di lavorare col miglior vivaio d’Italia e aver potuto crescere persone eccezionali”.

 

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

lookman
Il giornalista, che segue da vicino le vicende dei viola, presenta il match di domani...
dionisi sassuolo antonini
Il giornalista che segue da vicino le vicende della squadra di Dionisi presenta il match...
Alla scoperta dell'antegnatese Alessio Guerini, un bergamasco che ha raggiunto un traguardo importante e vuole...

Dal Network

Gli USA pronti a ospitare le 32 squadre da tutto il mondo Nell’estate del 2025,...

Diretta tv, streaming e live testuale della partita che può valere la corsa alla qualificazione...
sassuolo-atalanta
Tutte le info utili per vedere Atalanta-Sassuolo comodamente dal divano di casa: ecco le probabili...

Altre notizie

Calcio Atalanta