
104 presenze e 11 reti spalmate su tre stagioni. È questo il bottino di Luigi Sala in maglia Atalanta, una trentina di caps in meno con la casacca della Sampdoria. Il difensore di Mariano Comense (tra l’altro campione d’Italia col Milan di Zaccheroni) ha vissuto tra Bergamo e Genova due delle parentesi più belle della propria carriera e oggi segue con grande attenzione le sorti delle sue ex.
Sala, cosa può dirci della sua avventura a Bergamo?
“È una piazza impeccabile. Probabilmente ho vissuto i tre anni più belli della mia carriera: c’era grande feeling con l’ambiente e coi tifosi, che ci sono sempre stati vicini anche quando le cose non andavano benissimo, apprezzando il nostro impegno e l’attaccamento alla maglia”.
Poi il passaggio alla Genova blucerchiata…
“La Sampdoria è stata un’altra tappa importante. Il mio trasferimento è stato dettato unicamente da fattori sportivi. In quel momento si giocava in Europa, nell’ambiente c’erano grandi aspettative e così ho deciso di cambiare maglia”.
Sampdoria-Atalanta è un derby per l’Europa?
“Potrebbe diventarlo più avanti. Ora sono due formazioni che stanno facendo bene in campionato. Direi che l’Atalanta è in un momento di forma eccellente. Poi si sfidano due tra i tecnici migliori che abbiamo in Serie A, con idee e modi di giocare diversi, ma comunque efficaci”.
Tecnici pronti per la Nazionale?
“Nessuno pensava che Ventura potesse diventare CT e invece è successo. Entrambi sono molto bravi quindi possono ambire all’Azzurro, ma a mio parere potrebbero fare bene in molte piazze”.
Papu Gomez vale il Doni dei suoi tempi?
“È un paragone azzeccato. Cristiano faceva La differenza, era di un altro livello. Non è esagerato definirlo un fuoriclasse, come il Papu, un genio in grado di cambiare le partite in qualsiasi istante”.
Quanto inciderà l’Europa League nella stagione dell’Atalanta?
“Credo che il primo obiettivo dei nerazzurri debba essere confermarsi in Serie A. L’Europa deve essere vissuta solo che positivamente, come una bella esperienza, provando a fare bene ma senza farla diventare un assillo. Può essere una vetrina per far conoscere all’esterno una società modello che in Italia ha sempre lavorato bene, soprattutto coi giovani”.
Siamo ai saluti: cosa fa oggi Luigi Sala?
“Sono il responsabile del settore giovanile di un certo formazione dell’Inter. Insegno ai ragazzi quello che un mago come Favini ha insegnato a me. Nel mio piccolo spero di tirar fuori nuovi talenti e far rivivere a loro il sogno che ho vissuto io”.
