
“Il minimo comun denominatore è l’Europa. L’Atalanta c’è già. La Sampdoria ci arrivò due anni fa e la giocò con Zenga: non è un traguardo così lontano dagli orizzonti societari”. Paola Balsomini, corrispondente da Genova di Tuttosport per i blucerchiati, prova a decifrare il senso della sfida di domenica a “Marassi”.
Lanciamo la monetina: Zapata o Caprari in attacco?
“Bella domanda. Giampaolo notoriamente concede il giorno di riposo a chi rientra dalle nazionali, quindi Duvan ha fatto un po’ di scarico solo oggi. Domani si saprà di più. Ma Gianluca sta bene, è in forma: nel ballottaggio è avanti sessanta a quaranta”.
In due stanno sostituendo degnamente Schick?
“Sì, stanno garantendo entrambi un buon rendimento. E l’ultima plusvalenza estiva a Roma non si può dire che stia giocando. Del resto là davanti l’unico punto fermo è Quagliarella”.
Non c’è il rischio di una Samp troppo Quaglia-dipendente? Ha segnato quattro gol degli otto totali, finora.
“Lo era anche nella scorsa stagione quando c’erano Schick e Muriel. Nei piani dell’allenatore è un elemento insostituibile anche per quello che sa dargli dal punto di vista tattico, non solo per la costanza sotto porta”.
A proposito, quali attese sta generando nell’ambiente il Giampaolo Atto Secondo?
“La sensazione è che la squadra sia sugli stessi livelli dell’Atalanta e possa migliorare la performance dell’anno scorso. È un tecnico capacissimo nel valorizzare il materiale a disposizione, prova ne siano le plusvalenze estive. Sono arrivati Ramirez, Zapata e Caprari, ma i movimenti in uscita testimoniano l’ottimo lavoro svolto sull’organico: Schick ha fruttato 35 milioni, Muriel 15, Fernandez 4 e Skriniar una trentina. Il collettivo tecnicamente non ne sta soffrendo”.
Che match dobbiamo aspettarci dopodomani?
“Sarà la classica partita degli incroci. Gasperini sarebbe dovuto arrivare con Edoardo Garrone presidente, poi non se ne fece nulla: è un nemico molto amato e stimato da queste parti, proprio per il suo essere controcorrente, anche nel rapporto con Preziosi quando allenava il Genoa. Poi c’è Ilicic, quello del gran rifiuto alla Samp: non è venuto per sua volontà, perché indispettito dalla trattativa parallela in corso con Sneijder. Poi la scelta è caduta su Ramirez”.
