
Nella doppia pagina che Corriere dello Sport ha riservato all’Atalanta nell’edizione odierna, si parla anche della cantera nerazzurra. E per iniziare, non si può che partire da Mino Favini.
Fermo Favini, detto Mino, classe 1936, dal 1991 al 2015 è stato “il segreto del settore giovanile. Osservava, scrutava, appuntava e studiava. Decideva chi era pronto e chi no. E non era solo un fatto di qualità in campo. A vincere è la sua filosofia. Senza quella, non si è pronti per entrare nell’Atalanta”.
Dal 2015 al suo posto c’è Maurizio Costanzi che porta avanti la tradizione dell’Atalanta di puntare sui giovani.
L’articolo riporta che pure Mario Balotelli, nel 2003, era stato individuato da Favini e gli viene fatto un provino. Le qualità tecniche non mancavano già a quell’età, ma a quanto pare fu il carattere a non convincere “perché a Zingonia, l’aspetto principale è quello mentale. Prima la testa, poi i piedi“. C’erano delle regole da rispettare, e così si ricorda quando Mondonico segnava su una lavagnetta l’orario di rientro dalla discoteca dei giocatori.
Tra i nomi recenti scoperti nei campi di provincia e lanciati nella massima serie si cita Gagliardini, che in realtà da piccolo non doveva essere visionato perché Bonifacio andò all’oratorio di Mariano per vedere il fratello Andrea e alla fine prese anche Roberto. E poi Andrea Conti, che insieme a Gagliardini e Caldara, erano un terzetto interessante sin dagli Esordienti.
