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Atalanta, tutti i 14 ottobre nella storia

Non solo il genetliaco di Ivan Ruggeri, il compianto presidente che contraddistinse per un quattordicennio (1994-2008) il lungo e morbido cuscinetto tra l’era Percassi I e l’attuale in mano all’imprenditore di Clusone. Nella storia dell’Atalanta il 14 ottobre registra più prosaicamente eventi di pallone con tanto di formazioni e numeri. Quelli dietro una maglia, dal 1939 in avanti (prima in Italia non si usavano), e quelli a referto. Nella lista anche una partita fantasma, ma anche qualche passaggio epocale: la prima con il Brescia e l’eliminazione all’esordio in Europa.

1934
A Pola si gioca la terza giornata del girone B di serie B. Il Grion è allenato da Eugen Payer, fratello d’arte: Imre fu responsabile tecnico a Bergamo dal 1927 al 1929, sostituito nelle ultime giornate dal vice Enrico Tirabassi, e nel 1933 come cambio in corsa di Jozsef Violak, per poi tornarvi nel 1935-1936. I nerazzurri, invece, da Angelo Mattea, campione d’Italia da giocatore con il Casale nel 1914. Partita risolta dopo 22 minuti dalla punta Renato Sanero, torinese e juventino, 42 gol in un quinquennio cadetto, anche se quell’anno si sarebbe fermato a 3: il capocannoniere fu Sereno Gianesello con 10. Match annullato, e quindi non valido per la classifica, in seguito al ritiro degli istriani dal campionato nel gennaio successivo. L’Atalanta, il cui presidente era Emilio Santi, finì settima con 30 punti: 12 vittorie, 6 pari e 10 sconfitte, quoziente reti 38-35.

1945
Si riprende dopo il secondo conflitto mondiale con lo scontro di campanile con il Brescia al “Comunale”, spogliato per ovvi motivi dell’intitolazione al martire protofascista Mario Brumana. Risulta il primo confronto fra le due compagini con i due punti in palio. È la prima giornata del Campionato Alta Italia, uno dei due gironi – l’altro è il Campionato di A e B del Centro-Sud; le qualificate sfoceranno nel Girone Finale – in cui si articola la Divisione Nazionale in quella stagione travagliata, con il Belpaese diviso in due dalle infrastrutture viarie semidistrutte dalla guerra. Finisce a reti inviolate: sulla panchina dell’Atalanta, al cui soglio presidenziale è asceso Daniele Turani, dal ’53 fino alla morte nel ’64 senatore Dc, siede l’ungherese Janos Nehadoma, che il 25 novembre lascerà il posto a Giuseppe Meazza (campione del Mondo 1934 e 1938), a sua volta rimpiazzato dal compagno di Nazionale del ’34 Luisito Monti. Le Rondinelle sono allenate da Giovanni Ferrari, bicampione mondiale pure lui, che curiosamente cederà le armi subito dopo al player-manager Mario Perazzolo (altro oro a Francia 1938), e schierano l’ex di turno Arnaldo Salvi detto “Cinesino”.
Atalanta: Casari; Mamoli, Citterio; Zarlatti, Gallo, Schiavi; Stombelli, Cassani, Boffi, Bacchetti, Del Medico.
Brescia: Merlo; Messora, Albini; Perazzolo, Gallea, Mariani; Rebuzzi, Merzoni, Andreis, Martelli, Salvi.
Arbitro: Massironi di Milano.

1951
Sesta giornata di A: Tacconi porta avanti il Bologna al 24′, il Gabbiano Angeleri tiene in piedi la baracca al 56′, Cappello chiude i discorsi all’87’. Denis Neville ci perde la panchina, rimpiazzato da Carlo Ceresoli. Lo svedese Hasse Jeppson, preso dal Djurgarden per 35 milioni grazie ai buoni uffici del dirigente Luigi Tentorio, padre del futuro sindaco di Bergamo Franco ed ex giocatore, in seguito ne segnerà 22 salvando la squadra: verrà rivenduto al Napoli del comandante Lauro per 105 milioni, la più faraonica plusvalenza dell’epoca.
Atalanta: Albani; Dalmonte, Gariboldi; Angeleri, Cadè I, Malinverni; Brugola, Hansen, Santagostino, Soerensen, Goldaniga. All.: Neville.
Bologna: Vanz; Giovannini, Ballacci; Pilmark, Mezzadri, Jensen; Cervellati, Cappello, Tacconi, Bernicchi, Filiput. All.: Sansone.
Arbitro: Gemini di Roma.

1956 (5a di A) Spal-Atalanta 0-0 (all. Luigi Bonizzoni). 1962 (idem): Fiorentina-Atalanta 2-0 (37′ e 81′ Petris): sotto la guida di Paolo Tabanelli, a fine stagione, i nerazzurri conquisteranno la Coppa Italia, primo e unico trofeo in bacheca, grazie alla tripletta di Domenghini al Torino (gol della bandiera di Ferrini) nella finalissima di San Siro il 2 giugno del ’63.

1963
A Barcellona (allenatore Carlo Aberto Quario) si gioca (di lunedì) lo spareggio del primo turno (sedicesimi di finale) di Coppa delle Coppe con lo Sporting Lisbona di Anselmo Fernandez che poi avrebbe vinto quell’edizione nella finale ripetuta contro MTK Budapest. A Bergamo, il 5 settembre, era finita 2-0 (74′ Calvanese, 85′ Domenghini); al ritorno, il 9 ottobre, con il portiere Pizzaballa infortunato e sostituito da Calvanese, 3-1 Sporting (5′ Figueiredo, 17′ Christensen, 63′ Mascarenhas, 76′ Bé). Al Sarrià passano ai supplementari i lusitani (21′ Nova, 24′ e 117′ Mascarenhas, 94′ Lucio). I bergamaschi, che si sarebbero vendicati ai quarti dell’edizione 1987-1988, scesero così in campo: Cometti; Pesenti, Nodari; Nielsen, Gardoni, Colombo; Domenghini, Milan, Calvanese, Mereghetti, Nova.

1973 (4a di B): Taranto-Atalanta 0-0 (all. Heriberto Herrera). 1979 (5a di B): Atalanta-Sambenedettese 2-0 (47′ Festa, 79′ Schincaglia; all. Titta Rota). 1984 (5a di A): Atalanta-Cremonese 1-0 (14′ Magnocavallo); al rientro nella massima serie dopo un quinquennio, l’artefice della risalita Nedo Sonetti affronta il futuro guru Emiliano Mondonico, che da lì a tre anni prenderà proprio il suo posto.

 

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