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Un Doudou per l’Atalanta

Da qualche settimana lo si vede uscire dal cancellone dei campi secondari del Centro Sportivo Bortolotti, a Zingonia, la sede e il cuore pulsante dell’Atalanta. Specialmente di sabato, durante la calma piatta che precede i prepartita di Gian Piero Gasperini davanti a telecamere e taccuini spianati e gli arrivi a fiume degli avversari delle giovanili nerazzurre. Schivo, defilato, con un sorriso a mezza bocca, vestiti casual e a volte cappellino, spesso accompagnato a casa. Nessun mistero, nessun nuovo acquisto: è Doudou Mangni, uno degli eterni parcheggiati, il figlio di ivoriani emigrati a Lecco da Roma cresciuto nell’Olginatese e portato dall’osservatore Paolo Rota negli Allievi nel lontano 2010 dopo gli esordi in D appena sedicenne.

Sta riprendendosi dalla rottura del tendine d’Achille, è nel bel mezzo di almeno sei mesi d’inattività forzata. La società, come accade per tutti i tesserati, gli sta mettendo a disposizione le strutture per allenarsi. La sua ultima apparizione su un campo da gioco, statistiche alla mano, risale al 15 marzo scorso, un ko sul campo del Desportivo Aves, Ledman Liga Pro, la serie B portoghese. Da lì in poi, esaurito il prestito all’Olhanense, cui era approdato insieme al mastino Alex Redolfi, poi trasferitosi alla Cremonese a gennaio e ora alla Juve Stabia in C, di Mangni s’erano perse le tracce. Rimpiazzato dopo 24 minuti, il ’93 mancino dal dribbling irresistibile e la capacità innata di puntare l’uomo o chiamare la profondità in caso di marcatura stretta era semplicemente rientrato dall’ennesima cessione a titolo temporaneo.

Una carriera da girovago, quella dell’ala sinistra con precedenti da punta centrale, lo slalom in un fazzoletto sempre in canna. Dal 2013 a oggi, una stagione al Modena in B da 18 presenze e 5 gol, un’altra in cadetteria da 22 e 3 a Latina, mezza al Sanliurfaspor nella B turca, mezza all’Ascoli per un 2015-2016 con 11 allacciate di scarpe totali e infine i 3 palloni nel sacco in 23 partite nel limbo lusitano. Sempre sotto contratto presso la casa madre, che appena si sarà ripreso lo manderà probabilmente a giocare per consentirgli di rimettere minuti nelle gambe. E rinverdire i lampi da scattista con la sfera incollata alla scarpa.

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Kessé Éric Joseph
Kessé Éric Joseph
6 anni fa

Il genitore Di Doudou sono della Costa d’avorio no senegalese

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6 anni fa

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