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Simone Calvano, il quinto ex è cresciuto a Zingonia

Dall’altra parte della barricata, all’ora dell’apericena, ci sarà la classica grande promessa dal luminoso futuro alle spalle. Idealmente, s’intende: non si sa se la faccia conosciuta si affaccerà in tribuna d’onore o no, magari per salutare i vecchi amici. Né più né meno la stessa situazione di Boukary Dramé all’Atalanta: sotto contratto ma sostanzialmente fuori rosa, anche perché non viene mai citato da fonti e canali ufficiali della società di appartenenza. È il convitato di pietra della lista abbastanza lunghetta degli ex di turno: Cerci, l’infortunato Cherubin, Coppola, Pazzini, il vice del Gasp Tullio Gritti. Perché il tesserato dell’Hellas Verona Simone Calvano, eclettico centrocampista classe ’93 paragonato ai tempi a una via di mezzo tra De Rossi e Jorginho ma capace di giostrare anche alto a destra o tra le linee, è passato dal settore giovanile di Zingonia. Una rivoluzione terrestre di troppo, forse, a zavorrargli il cammino, vista col senno di poi la generazione di fenomeni targati ’94 dei vari Caldara, Conti e Gagliardini.

All’epoca lasciò il segno per un cambio di casacca di quelli forti: sbocciato nella serra di Fabio Gallo (ex atalantino in campo e attuale tecnico dello Spezia) negli Allievi Nazionali nerazzurri a fianco di pari età dal destino alterno come Doudou Mangni, Davide Agazzi, Alberto Almici e Luca Milesi, tutta gente che ha stazionato o staziona tra la B portoghese e la C italiana, il milanese era stato acchiappato dal Milan nella sessione invernale del 2010, nemmeno diciassettenne, e coccolato da un certo Clarence Seedorf fino a esserne considerato una sorta di erede. Avere 16 anni e mezzo e costare un milioncino, anche se i più dicono trecentomila, è qualcosa che ha un suo peso. Figurarsi esordire tra i pro il 26 gennaio 2012 in Coppa Italia contro la Lazio a San Siro, sostituendo a tiro del novantesimo quel Robinho che dopo lo svantaggio inziale di Cissé ha dato il la alla remuntada completata dall’olandese d’ebano e da Ibrahimovic.

Come spesso succede, ecco la fine delle illusioni col trasferimento in gialloblù nell’estate del 2012 per imboccare la via dei parcheggi nel terzo campionato professionistico nazionale, il limbo della carriera lastricato di buone intenzioni. Le ottime referenze fino alla Primavera del Diavolo non hanno impressionato i potenziali acquirenti, tanto che nella città di Romeo e Giulietta se lo sono tenuto in attesa di un’esplosione che difficilmente potrebbe mai arrivare nel saliscendi della Penisola in mezzo a situazioni arrabattate e progetti tecnici limitati alla sopravvivenza quotidiana o poco più. Dopo un periodo di compartecipazione lungo quanto un cerino corto, di quelli che restano in mano col rischio di bruciarsi, la cessione definitiva in riva all’Adige, perché nessuno nel Paese dell’opportunismo e del cinismo è disposto a credere in un baby mai decollato e per giunta schienato da cartilagini e legamenti della caviglia sinistra, tutto nell’annata 2011-2012 da rossonerino.

San Marino, Lanciano, Albinoleffe (seconda metà del 2013-2014, Elio Gustinetti in panca, estromissione dai playoff ai rigori – il suo andò a segno – con la Cremonese allo “Zini”), Pistoiese, Teramo, Tuttocuoio e Reggiana (saltando a piè pari la post season arrestatasi in semifinale con l’Alessandria, in seguito ko col Parma) le stazioni di un treno ormai perso. In tutto, 114 allacciate di scarpe e 4 gol una volta uscito dal vivaio. Ma attenzione, per Simone la Grande Incompiuta c’è un briciolo di speranza: il pezzo di carta, in scadenza a giugno, entro settimana prossima dovrebbe essere postdatato al 2020. Carpi e Ascoli per mesi sono stati sulle sue tracce, ma non se n’è fatto nulla. Forza, ragazzo: l’11 luglio prossimo le candeline da spegnere scandiranno il quarto di secolo. È ora che il baby di Baggio che fu rispetti le attese, gettando le delusioni e le stampelle oltre l’ostacolo. Per adesso deve accontentarsi del part time nella Primavera di Antonio Porta, vedi impiego per metà gara, da play basso nell’albero di Natale, nel derby di Sommacampagna di sabato scorso. Vinto dal Chievo (4-1) pure quello.

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