Idolo delle folle, in campo e fuori. Questo è il Papu Gomez: un capitano che non si arrende mai, o quasi. Il pestone di Quagliarella l’ha costretto ai box, nonostante la volontà del numero 10 e dell’allenatore di entrare in campo, c’è stato qualcosa che durante l’allenamento l’ha fatto desistere.
Ha pensato che fosse meglio non giocare del tutto piuttosto che giocare ma rendere al minimo, magari anche in ottica europea pre-Apollon.
Eppure è giusto chiedersi cosa sarebbe cambiato ieri con il Papu in campo. Non tanto dal punto di vista fisico, di cui sarebbe stato carente lo stesso argentino, ma dal lato psicologico, quello che ha fregato ieri gli atalantini: stanchi mentalmente, con poca fame di risultato.
Una fame che non manca mai al Papu che dà tutto sul rettangolo verde senza risparmiarsi e sa anche trasmettere la grinta giusta ai compagni come solo un vero leader. Un uomo in più che forse, persino statico e infortunato, in campo avrebbe potuto fare la differenza solo con la sua presenza.
Ma Gomez non ci sarà sempre e ieri ne è stata la dimostrazione: introiettare la sua forza e la sua voglia di fare risultato sarà essenziale per un’Atalanta orfana del suo Papu.
Troppo
Manca un punto di riferimento
MANCA PUNTO !!!
Manca troppo il suo gioco e il suo carisma.al mola mia