Sono passati 20 anni dalla morte del Mago, mister Helenio Herrera.
Lo ricorda anche l’edizione in edicola oggi del Corriere dello Sport, che lo definisce «Carismatico, duro, bizzarro, geniale, teatrale, amato e detestato, senza mezze misure, ma capace di cambiare il calcio». Catenaccio e contropiede la sua strategia. «Taca la bala», il suo slogan rimasto nella memoria. «Sono colpevole di essere il più bravo di tutti» era la sua risposta quando qualcuno lo accusava di essere presuntuoso.

Tra i fatti più significativi della sua carriera, il suo nome è legato soprattutto alla “Grande Inter”.
Fu ingaggiato nel 1960 da Angelo Moratti, padre di Massimo, per 45 milioni di lire, un’enormità per quei tempi.

All’Inter allenò dal 1963 al ’67 e conquistò 3 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Di quegli anni è ancora vivo il ricordo sia per i successi sia per le rivalità con Nereo Rocco.
Poi nel 1968 passò alla Roma (per 259 milioni) dove rimase fino al ’73 vincendo una Coppa Italia e una coppa Anglo-Italiana.

Aggiungiamo tra i ricordi, che si sedette sulla panchina azzurra nel 1966-67 insieme a Ferruccio Valcareggi.

L’ultima stagione fu a Barcellona nel 1979-81 (vincendo la Coppa nazionale nel 1981 e raggiungendo il piazzamento europeo). Si ritirò proprio nel 1981, a 71 anni e andò a vivere a Venezia dove si spense il 9 novembre 1997 per arresto cardiaco.