“Lo stadio dell’Atalanta e la sua cura del vivaio sono esempi positivi, la base per la rinascita di un movimento indietro di venti o trent’anni”. In sede di presentazione nel salone d’onore del Coni del progetto di co-finanziamento Ubi Banca-Istituto per il Credito Sportivo (24,5 milioni sui 35 complessivi al lordo del prezzo d’acquisto) per il restyling dell’attuale “Atleti Azzurri d’Italia”, il ministro dello sport Luca Lotti non s’è risparmiato gli elogi alla società nerazzurra: “Complimenti alla famiglia Percassi e al Credito Sportivo per aver fatto squadra. Il nostro calcio, dalla governance di A e B fino alla liberalizzazione dei diritti televisivi, passando per il rinnovamento delle struttura, va rifondato – ha spiegato -. Sappiamo cos’è successo ieri sera, non ci siamo qualificati ai Mondiali dopo essere andati fuori al primo turno in due edizioni consecutive: questo progetto è qualcosa di buono in un giorno molto triste. Anche l’Empoli, col suo settore giovanile, è un simbolo di rinascita”.
Il direttore generale della Figc e vicepresidente Uefa Michele Uva ha rimarcato l’accento sulla questione degli impianti: “Siamo decisamente in ritardo, per fare l’Europeo 2019 Under 12 abbiamo faticato a trovarne sei, compreso quello di San Marino. A Bergamo dovrebbero chiamarlo ‘Stadio Gagliardini’, sono stati intelligentemente investiti i proventi della sua cessione”. Il presidente nerazzurro Antonio Percassi è stato conciso ma categorico: “Posso assicurare che lo stadio cambierà nome, anche se non lo anticipiamo. Ringrazio il Credito Sportivo e l’Istituto Ubi Banca per la disponibilità. E anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, di tutto cuore: con noi è stato gentilissimo”.
Dal canto suo, il vertice del comitato olimpico aveva iniziato la conferenza stampa con parole al miele verso i piani alti di Zingonia: “Conosco bene la famiglia Percassi, soprattutto col papà (è presente anche l’ad Luca, ndr) c’è sintonia e identità di vedute. Ha deciso di fare il passo non scontato verso l’ovvio e il buon senso. La strada è tracciata: prima la Juve, poi l’Udinese, ora il percorso del Cagliari, il Sassuolo senza dimenticare la Roma. Negli anni delle vacche grasse è mancata la lungimiranza, altrimenti oggi in molti avrebbero impianti di proprietà”.
Nel vivaio esistono anche le squadre femminili