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Nerazzurri in prestito, parte 1a – Paloschi-Sportiello, derby pari

Dei tesserati all’estero, alla ripresa dei campionati dopo la terza sosta per il calcio internazionale, nemmeno l’ombra. O quasi. Chi lo sa se saranno state le presunte e reiterate noie alle caviglie ad aver tenuto fuori Bryan Cabezas dal derby domenicale con l’Aek. Il sospetto, non essendo nemmeno stato convocato, è che siano più che fondate le voci di un paio di settimane fa circa un suo rientro a gennaio dal prestito al Panathinaikos, frustrato al 95′ dal destro in controbalzo dell’ex atalantino Marko Livaja giusto per fare pari e patta con la zuccata di Moledo al 10′ sulla punizione dalla sinistra dell’ex palermitano Hiljemark.

Se sembra al termine la parabola greca del mancino ecuadoriano, 11 presenze di cui 5 da titolare e 2 gol (nei preliminari di Europa League), venerdì sera l’assenza di Akos Kecskés nell’occhiale dei polacchi del Nieciecza sul campo dello Jagiellonia Bialystok è stata solo a titolo precauzionale: il difensore centrale ungherese s’è lasciato gli acciacchi alle spalle disputando con la sua nazionale Under 21 la partita vinta in casa di Cipro (50′ Salloi, 80′ Haris) nel girone di qualificazione 6 agli Europei di categoria il 14 novembre scorso. È invece tornato ufficialmente un fantasma l’esterno difensivo rumeno Constantin Nica, fermo al subentro il 30 ottobre nello 0-4 col Vitorul e fuori lista anche nel ko casalingo della Dinamo Bucarest con la capolista Cluij (49′ Omrani, 55′ Culio) guidato dall’ex Foggia e Chelsea Dan Petrescu. Fin troppo facile supporre che la finestra invernale del calciomercato per lui, uno dei colpacci oltre confine dell’ex plenipotenziario nerazzurro Pierpaolo Marino, si riaprirà affacciandosi su un club di serie B italiana.

Tra quanti hanno ancora il cartellino a Zingonia e sono rimasti abbarbicati al massimo campionato tricolore, a masticare amaro pur avendoci messo la firma in distinta sono stanti in tanti. A cominciare da Franck Kessie, nel vivo del gioco del Milan montelliano che sabato sera a Fuorigrotta ha rimandato per l’ennesima volta la prova di maturità: il mancino in mischia di Romagnoli al 92′ è fuori tempo massimo, dopo il vantaggio delle polemiche a fil di Var di Insigne (33′) su imbeccata di Jorginho, ovvero il mancato asse della Nazionale nei playoff anti Svezia, e il raddoppio di Zielinski (73′) grazie all’invenzione dello scugnizzo e alla rifinitura di Mertens. L’ivoriano, ormai specializzatosi nelle sovrapposizioni a destra complice il lavorìo carsico di Borini, di suo ci mette il tiro alto a quattro dalla pausa su una palla in uscita e un tris di cross, l’ultimo dei quali per la testatona molliccia di Kalinic a dieci dal novantesimo fra le braccia di Reina.

L’impresa sfiorata del primo punticino al piano di sopra va di traverso al Benevento dell’escluso Berat Djimsiti (centrale, in panchina) e dell’ala, sinistra per l’occasione, Marco D’Alessandro, un’oretta di ghirigori e poi out a favore di Parigini. Combina tutto o quasi gente che con Bergamo ha avuto o ha comunque a che vedere: il portiere orobico Alberto Brignoli (della Juve, cresciuto tra Sarnico e Grumellese) con la papera del rinvio sui piedi di Missiroli per il vantaggio di Matri (12′) e Chicco Peluso (sotto le Mura tra Delneri e Colantuono) con l’incornata della vittoria in pieno recupero dopo il pari illusorio di Armenteros – intervenuto sulla traiettoria di Ciciretti – al 65′, il rosso a Letizia al 67′ e il penalty fallito da Berardi due minuti prima del matchball (92′) per il mani di Costa sul cross di Gazzola.

Un punto ciascuno tra Alberto Paloschi e Marco Sportiello in uno Spal-Fiorentina al sapore di derby fra atalantini a titolo temporaneo: il cividatese segna il suo terzo gol stagionale (a Crotone e Juve i precedenti) raccogliendo in tap-in mancino il legno del cabezazo di Felipe su traversone di Viviani, tenendo i suoi a più 1 sulla zona retrocessione, mentre il portiere cresciuto nel vivaio rischia sul possibile raddoppio del primo al 58′ vanificato dall’offside e su un tiro alto di Schiattarella un tris di lancette più tardi facendosi cogliere fuori dai pali. Di Chiesa, assistito da Simeone, l’1-1 all’ottantesimo.

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