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Il fuorigioco – Se l’arbitro non avesse fischiato avremmo giocato tutta la notte

Chi gioca, o ha giocato, a pallone sa che ci sono delle partite che vorresti non finissero mai. Sono quelle in cui non solo vinci largamente, ma che giochi anche con facilità, fluidità, divertendoti.

Ieri sera l’Atalanta ha vissuto uno di quelle partite. Probabilmente se non ci fosse stato un arbitro a tenere il tempo e se Goodison Park ad una certa non avesse comunque dovuto chiudere i cancelli e spegnere le luci, i ragazzi del Gasp sarebbero andati avanti a giocare fino a notte fonda.

Come succede da ragazzini, in quelle partite nei pomeriggi d’estate che non finiscono mai se non quando – a sole ormai calato – la mamma o il papà arrivano a portare via di forza i loro figli.

E non è un caso che l’Atalanta abbia vissuto una serata così proprio ieri, perché è stato proprio un ragazzino a trascinare i suoi amici verso una vittoria storica. Bryan Cristante ha primeggiato in lungo e in largo. E quando diciamo in lungo e in largo intendiamo anche fisicamente perché ha giocato a tutto campo.

Cristante, a proposito di partite tra ragazzini, ha fatto la parte “di quello forte” che tutti vogliono quando si fanno le squadre prima della partita. Perché non è solo forte, ma è quello che ha la faccia da bravo ragazzo a cui riesce tutto bene. Se nessuno conoscesse la sua storia si direbbe che sia un ragazzo di Zingonia per quel modo completo e raffinato di giocare a pallone. Cristante è stato un portento per quantità e qualità, per quelle folate in fascia o al centro, per quelle giocate, per i gol.

Poderosa invece è stata la gente di Bergamo accorsa a Liverpool per disegnare nel cuore una serata da raccontare a figli, nipoti, amici, conoscenti, sconosciuti, vicini di casa, al panettiere, al giornalaio, alla maestra di scuola o al capo in ufficio da oggi e per sempre.

Poderosa per quell’incessante cantare che è iniziato a Bergamo ed è finito nei pub inglesi dopo la partita. Poderosa per quel saltellare prima, durante e dopo un gol che ha fatto tremare Liverpool, le telecamere della televisione, l’aplomb inglese e pure l’animo di chi era a casa che vedeva le immagini tremare proprio per quel tifo sfrenato, massiccio. I ragazzi del Gasp sono stati fisicamente portati avanti, all’attacco e indietro, in difesa dai propri tifosi. Atalanta, la Dea, correva forte e cacciava da… Dea.

In una notte in cui la magia ha superato la realtà, in cui il sovrannaturale si è impossessato delle cose umane, ci piace pensare che mai come questa volta la Divinità sia entrata nei corpi dei nerazzurri, che hanno corso come degli ossessi e hanno fatto caccia grossa, scegliendo una terra dove la caccia è un rito sacro, puntando un avversario fino ad ora mai sconfitto dalle italiane, portando a casa il bottino strapieno e lasciando in dono agli inventori del calcio, una lezione di calcio.

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6 anni fa

L’Atalanta e i suoi tifosi da sempre un esempio per tutti!!!

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