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Nerazzurri in prestito, 1a parte – Kessie-Sporty, un punto ciascuno

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Non dei più felici il weekend lungo di serie A per i tesserati dell’Atalanta in prestito altrove con le formule più disparate, dal biennale con obbligo di riscatto di Franck Kessie fino all’annata a mezzo di Marco Sportiello con diritto di opzione. Due nomi citati non a caso, perché i soli ad aver strappato un punticino al calendario. Anche se a onor del vero non è brillante quello casalingo contro il Torino del Milan, in cui l’ivoriano è apparso agli onori della cronaca una volta dietro e l’altra avanti, sbarrando il passo all’incursione di Niang al 29′ del primo tempo per poi sbagliare i tempi dell’inserimento al 6′ della ripresa sull’imbeccata di Suso. Montella ci ha anche perso la panchina a favore di Ringhio Gattuso.

Il portiere figlio di Zingonia, invece, se la vede brutta prima del pari in extremis dal dischetto di Babacar (4′ di recupero per il contatto Calcedo-Pezzella sgamato dall’occhio). Ed è un déjà vu, perché come nella prima giornata della scorsa stagione è un difensore della Lazio a fregarlo di testa e lui non riesce a trattenere la sfera, incornata stavolta sulla traiettoria da calcio franco di Luis Alberto, come aveva fatto Hoedt pescato da Biglia l’anno scorso nel 4-3 biancoceleste a Bergamo. Il riscatto c’è eccome, con due parate ad alto grado di difficoltà che negano il raddoppio ai padroni di casa: al 70′ sulla conclusione a giro di Immobile, sedici giri di lancetta più tardi respingendo la zuccata di Parolo accarezzata dal traversone di Lukaku.

A non andare a punti sono in quattro, cominciando dallo spallino Alberto Paloschi, privo di partner come lo squalificato Borriello e l’infortunato Antenucci, poco in sintonia col giovane Bonazzoli e con il suo sostituto Floccari (69′), uno che storicamente ha fatto bene quasi solo con Delneri a Bergamo: il Chievo sfrutta il fattore campo e rimonta lo svantaggio del 17′ (autorete di Cesar sulla palla bassa di Lazzari dalla destra) grazie a un doppio Inglese, al 66′ sfruttando l’ammollo di Gobbi col flipper tra Pellissier e la difesa e quindi all’82’ sull’asse con Birsa e lo stesso valdostano. I ferraresi piangono retrocedendo al terzultimo posto, e figurarsi se ride il Benevento del mastino Berat Djimsiti e di Marco D’Alessandro, schienato da Cristante alla mezzora della ripresa: nel posticipo del lunedì sotto la Maresana l’ala del tridente orfano di Ciciretti gioca 66′ (poi c’è Kanoute) senza andare oltre un crossetto basso dalla mancina al decimo, mentre il difensore fa il suo e non può materialmente uscire in copertura sul match winner.

All’estero torna in auge per la seconda presenza stagionale, a distanza di 35 giorni dalla prima, il terzino ambidestro Constantin Nica, che a differenza dell’altra volta (0-4 lo score col Vitorul) può scaldarsi con la sua Dinamo Bucarest in vantaggio (2-1) subentrando nella ripresa (16′) all’argentino della mancina Maxi Oliva: vantaggio di Filip (8′) su imbeccata di Anton, pari del capoverdiano Platini (41′), in realtà Luis Almeida Soares, spizzando il suggerimento di Joalisson e scandaloso rigore di Anton (53′) accordato per un fallo su Salomao mai commesso da Cioiniac che nell’occasione rimedia pure il secondo giallo (stessa sorte per Frasinescu al 92′).

Se la squadra della capitale rumena vince la sfida del sabato sera per il settimo posto (27 a 24), al Peristeriou di Atene il Panathinaikos non va oltre l’1-1 con i locali dell’Atromitos (3′ Dauda, 30′ Molins su rigore) offrendo a Bryan Cabezas un posto da titolare per 76 minuti, da esterno alto a sinistra nel 4-2-3-1 con l’ex nerazzurro Mounier dall’altra parte: giallo dopo 35 minuti, poi entra Chatzigiovannis e fine della storia per la presenza globale numero 12, con 2 reti in Europa League e 7 allacciate di scarpe in Super League di cui 3 dal kick off. Rientra nello starting 11 anche il centrale difensivo magiaro Akos Kecskés nel 3-3 del Monday Night casalingo del suo Termalica Nieciecza contro il Wisla Cracovia: a Imaz (10′) risponde Piatek dagli undici metri (14′), a Wojtkowski (22′) Pawłowski (60′) e a Carlitos López (66′) Jovanović (88′) su assist di Iancu, proprio il cambio (dal 73′) dell’atalantino. I polacchi nell’Ekstraklasa rimangono nel gruppetto a tre delle terzultime.

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