Il prossimo avversario dell’Atalanta è il portacolori calcistico della laboriosa Valcamonica dall’antica vocazione termale, esiste da ottant’anni, veste di un neroverde vagamente simile al Sassuolo, sverna benone in serie D nella vetta a due piazze del girone B insieme alla nobile decaduta Pro Patria e parla il dialetto bergamasco non solo in panchina.
Ovviamente non stiamo parlando del Torino, che attende i nerazzurri sabato sera nell’anticipo di serie A, bensì del Darfo Boario, lo sparring partner designato per l’amichevole, pardon la partita d’allenamento, dei soldatini del Gasp per prepararsi meglio alla sfida di campionato offrendo al contempo alle seconde linee l’opportunità di mettersi in mostra accumulando minuti preziosi nelle gambe.
I bresciani di valle hanno un proprietario chiacchierato fuori dal campo, l’albanese Gezim Sallaku, affari nell’edilizia, nella ristorazione e negli alberghi specialmente intorno al lago d’Iseo con i fratelli Saimir e Iusuf, e il quarantanovenne Ivan Del Prato a comandare le operazioni.
L’ex diga di Grassobbio, cresciuto nel settore giovanile di Zingonia, in prima squadra ebbe l’onore – si fa per dire – della sola panchina di Cremona il 20 dicembre ’87 concessagli da Emiliano Mondonico, che poi avrebbe ritrovato all’AlbinoLeffe di cui è stato la bandiera indiscussa: 291 partite e 10 reti nei soli campionati con 173 e 2 in B, in una carriera che l’ha visto impegnato anche con Stezzanese (Promozione 1988-1989 sotto l’egida della Città Convenienza), Orceana, Darfo, Albinese, Pisa, Mantova e Uso Calcio con cui appese le scarpette al chiodo a 41 anni suonati.
Da tecnico ha gli unici precedenti nella Bassa Orientale, nella Berretti del Pegrocrema, in quella seriana – dopo gli Allievi Nazionali – e nel Pontisola. In rosa, un valligiano orobico d.o.c. come Christian Sampatti, ’89 ex grande promessa di stanza al Centro Sportivo Bortolotti nonché grande protagonista degli exploit della Tritium fra D e Prima Divisione, più ex blucelesti come l’esterno Leonardo Muchetti, il difensore classe ’97 Luigi Fratus e il centrale Fabio Lebran, che in cadetteria fino a sette stagioni fa guidava la retroguardia. Il sogno è di passare tra i professionisti, impresa mai centrata. Ma con uno stadio da 1.200 anime, beninteso col sedile sotto le terga, le speranze regolamenti alla mano sono al lumicino. Buona partita a tutti, perché sarà una sfida tra amici.
