In attesa del match con l’Atalanta al sapore di volata per un posticino in Europa League, nel Torino le seconde linee si godono l’effimero momento di gloria da titolari nel vittorioso quarto turno di Coppa Italia di ieri sera contro il Carpi. In particolare il brasiliano Lyanco, mastino classe ’97 in possesso anche di passaporto serbo e italiano, fiero della decisione dei granata di scendere in campo con la maglia verde per commemorare l’anniversario del disastro aereo della squadra del suo Paese: “Mi sento prontissimo e coinvolto, io ho perso un amico nella Chapecoense, Mateus Caramelo”, ha detto a Toro.it il nazionale verdeoro Under 20, la cui identità anagrafica completa è Evangelista Silveira Neves Vojnovic.
“Per me è difficile pensarci, però sono contento che possiamo giocare con una maglia speciale – ha proseguito il difensore -. La tragedia della Chape è un po’ come quella del Grande Torino”. Qualche indicazione dal 2-0 nel trofeo della coccarda: “Mi trovo bene in coppia centrale con Bonifazi, ci alleniamo insieme e ci parliamo spesso. Già dal ritiro di Bormio ci dicevamo che avremmo fatto bene – rimarca Lyanco -. Che giochiamo io, Kevin o Burdisso, mi alleno sempre, e quando arriva il mio momento voglio essere all’altezza”. Sulla traversa colpita su punizione dal fratello d’arte Vanja Milinkovic-Savic: “Dopo ogni allenamento si ferma sempre a tirare, prova, tira e tira. Lui è fortissimo, è bravissimo con i piedi e ci prova davvero sempre”.