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Atalanta e Lione: tra i migliori settori giovanili d’Europa

mattia caldara

La Gazzetta dello sport in edicola oggi propone il confronto tra Atalanta-Lione, dal punto di vista dei loro settori giovanili tra più organizzati d’Europa.

E’ noto che il settore giovanile dell’Atalanta è un’eccellenza. La società ultimamente ha intensificato gli investimenti nel vivaio, tra strutture e spese di ogni genere: ogni anno circa cinque milioni, come i club di prima fascia.
Numeri importanti non solo dal punto di vista economico, ma anche di squadre e componenti dentro e fuori il campo di gioco: l’Atalanta, infatti, conta diciassette squadre giovanili di cui quattro femminili, che partecipano a cinque campionati nazionali, tre regionali e nove provinciali. Sono circa 500 tesserati di cui 130 nella scuola calcio, quaranta osservatori, altrettanti allenatori, una ventina tra preparatori (atletici e dei portieri), massaggiatori e medici e una trentina di dirigenti accompagnatori.
Una realtà che ha portato tanti giocatori talentuosi a debuttare in prima squadra. In questa stagione, Gasperini ha nella sua rosa quattro ragazzi del vivaio: Caldara, che è un punto fisso della squadra, i diciottenni Bastoni e Melegoni che hanno già indossato una maglia da titolare e Rossi che è un terzo portiere di affidamento. Caldara e Bastoni, tra l’altro, sono già stati acquistati da due grandi club: il primo dalla Juve, che raggiungerà in estate, e il secondo dall’Inter che raggiungerà nel 2019 (a meno di anticipi).
Tra i giocatori cresciuti a Zingonia venduti a peso d’oro alle big nelle ultime stagioni, ci sono Gagliardini e Conti e prima Grassi. La lista, però, si sa che è lunga. Merito della politica del club e del lavoro portato avanti prima dal maestro Favini e oggi da Costanzi.

Anche il Lione, sa lanciare i propri giovani e venderli a caro prezzo. Lo dimostrano, ad esempio, le cessioni estive di Tolisso al Bayern e Lacazette all’Arsenal, in tutto per oltre cento milioni. Dopo i 25 ottenuti l’anno scorso per Umtiti dal Barcellona. In squadra, poi, sono titolati giocatori cresciuti in accademia: il portiere Antony Lopes e il capitano Nabil Fekir e poi i giovani Mouctar Diakhaby, 20 anni e Houssem Aouar, 19.

La società ha il migliore centro di formazione da cinque anni in Francia. Il presidente Aulas l’ha messo al centro della strategia sportiva, dopo il ciclo di sette scudetti vinti tra il 2002 e il 2008, rinunciando ad investire su giocatori magari già affermati, ma non di garanzia. Meglio puntare sui giovani talenti della regione. E dalle periferie di Lione è emerso pure Benzema, simbolo di successo dell’accademia, ceduto nel 2009 al Real Madrid per 35 milioni.

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