Che per l’Atalanta nella tana del Genoa si trattasse della prova del nove non ci piove. Ma è lo stesso multiplo di tre, il numero perfetto, la cifra della prestazione dei nerazzurri al “Ferraris” nella prima vittoria corsara di un campionato che ora reclama un rilancio deciso sul modello dei trionfi nel girone di Europa League. Perché accomuna, nel bene e nel male, i protagonisti dei due gol decisivi, Josip Ilicic e l’ex di turno (insieme al Gasp e a Zukanovic) Andrea Masiello.
Lo sloveno, a significare che i lampi di classe abbaglianti spesso galleggiano sul mare magnum di una certa rilassatezza nell’approccio alle gare, quel nove l’ha centrato nel record più negativo dell’apericena del martedì: sono tante, infatti, le palle perse dal ragazzone col 72 appiccicato alla schiena, quasi un sesto di quelle di squadra che sono state ben cinquantadue. E di elementi scesi in campo ce ne sono stati quattordici.
Quando però uno così distratto s’inventa controllo e tiro col piede sbagliato, e per di più pennella l’assist da calcio di punizione che consente al centrale viareggino la svettata utile a mettere la freccia del sorpasso, gli si possono anche perdonare amnesie e pause. A proposito del pel di carota, indiscutibilmente il migliore del pacchetto arretrato in questo ampio scorcio di stagione che dall’autunno volge al generale inverno, ecco il leitmotiv che ritorna: è stato il nono della rosa a insaccare un pallone in campionato. Dopo aver aperto le danze in coppa con l’Everton il 14 settembre scorso, meglio non scordarlo mai. Prima di lui, Cristante, Cornelius, Petagna, Gomez, Caldara, lo stesso Josip che ne ha messo un poker, Freuler e Kurtic.