La Gazzetta dello sport oggi parla di Etrit Berisha.
Nella partita di domenica sera contro la Lazio, il portiere albanese dell’Atalanta incontrerà Strakosha, suo connazionale che sarà suo rivale nei prossimi anni in Nazionale.
Berisha è in gran forma, come ha dimostrato la doppia parata su Pandev martedì contro il Genoa, ma anche Strakosha, 5 anni più giovane, figlio d’arte (suo padre è Fotaq, ex portiere della nazionale albanese con 73 presenze), sta bene e la media voto in campionato è leggermente meglio. E in Albania viene considerato il portiere del futuro (ha debuttato contro l’Italia lo scorso marzo, dato che Berisha era fermo per un infortunio muscolare). Tra lui e Strakosha c’è stima reciproca, Berisha ha commentato così il collega: «E’ bravo, sta facendo bene. Lui è il futuro della Nazionale. Abbiamo un bellissimo rapporto e molte cose in comune».
Il portiere nerazzurro incontrerà anche Tare, oggi dirigente sportivo della squadra romana, ieri attaccante di Brescia, Bologna e Lazio: è stato il primo albanese a sbarcare in A. Da dirigente è stato molto attento alla crescita calcistica del suo Paese, portando in Italia, alla Lazio, alcuni suoi connazionali. Come nel 2011 Lorik Cana, nel 2013 Berisha dal Kalmar, in Svezia (dove era da 5 anni e ha imparato anche a tirare i rigori): arriva per meno di un milione di euro e per lui scatta anche una querelle col Chievo che vantava un precedente accordo col giocatore. Per 3 anni fa da secondo a Marchetti, affermandosi come uno dei dodicesimi più affidabili della Serie A, con un bilancio di 38 partite e 47 gol presi. Poi nell’estate 2016 va in prestito all’Atalanta (che lo riscatterà alla fine della stagione scorsa), dove toglie il posto a Sportiello.
All’Atalanta diventa uno dei protagonisti della travolgente corsa dei nerazzurri. Il Cies, importante centro studi sul calcio, lo mette nella top five dei portieri dei 5 principali campionati europei.