Doppio Barrow ed Elia, 3-1 al Bologna, sempre in vetta. La Primavera dell’Atalanta continua a fare faville, pur tra gli alti e bassi di rendimento nel corso della singola partita: “Sul calcio d’angolo da cui è arrivato il temporaneo pari ospite ci siamo persi qualche marcatura, ma nel complesso abbiamo giocato quasi a una porta sola e ci è mancato lo spunto per chiuderla subito”, è il parere a bocce ferme dell’allenatore Massimo Brambilla.
A due giornate dalla fine del girone d’andata, non c’è nemmeno il tempo di stilare i bilanci del caso, perché incombe un paio di appuntamenti mica da ridere: “Non possiamo pensare subito alla sfida in casa del Chievo di sabato prossimo perché mercoledì ci giocheremo il quarto di finale di Coppa Italia a Sesto San Giovanni con l’Inter, che siamo riusciti a tenerci dietro in campionato – prosegue Brambilla -. A proposito, oggi mi sembrato di rivivere a tratti l’ottavo contro l’Udinese che avevamo trascinato fino ai supplementari: le occasioni per segnare ci sono sempre, a volontà, ma a volte servirebbe la freddezza per risolvere le partite prima evitando il rischio di farci riacciuffare alla prima disattenzione”.
Circa la necessità di contenere lo strabordante fenomeno mediatico del momento, Musa Barrow, 19 gol in stagione di cui 17 in 13 turni di regular season, l’uomo nuovo in sella, promosso in estate dall’Under 17 al posto di Valter Bonacina, non mostra preoccupazione: “Il suo nome inevitabilmente circola sempre di più ed è sulla bocca di tutti, dai giornali agli operatori di mercato, ma il ragazzo al pari di tutti i suoi compagni ha la testa giusta per pensare solo a giocare e a divertirsi – chiosa l’ex centrocampista brianzolo -. Io vedo anche un Colpani in crescita nettissima. Sono contentissimo del gruppo, proprio per il clima positivo che si è creato in questi mesi. Posso disporre di giocatori di qualità, in grado di creare gioco e chance a getto continuo, ma anche abbastanza duttili e con alternative per consentirci di variare modulo a seconda delle esigenze. Si sentono tutti coinvolti nel progetto e a questi livelli è un dato fondamentale”.
Aveva proprio ragione Mister Pochesci