Squadra che vince non si cambia. Ma a San Siro contro il Milan l’Atalanta ha presentato allo start la variazione al copione di Cristante ributtato fra le linee al posto di Ilicic, panchinaro subentrato in corsa a Petagna con licenza di seppellire un Diavolo ormai senza capo né coda. Il motto più adatto a Gian Piero Gasperini, quindi, è tema tattico che vince rimane sempre uguale a se stesso. L’Eco di Bergamo, nelle paginate alla vigilia di Natale dedicate ai nerazzurri, ha dato ampio risalto al trionfo del condottiero ospite sul piano meramente strategico.
Ovvero il guastatore che rientra in copertura sul portatore di palla, nella fattispecie Montolivo, e marcature rigorosamente a uomo con il perno difensivo Caldara su Kalinic, Masiello su Borini e Toloi appiccicato o quasi a Cutrone. In mezzo, de Roon ha guardato a vista Bonaventura e Freuler l’ex compagno di reparto Kessie, mentre Hateboer e Spinazzola hanno dosato la spinta sulle fasce dividendosi coi succitati interni gli oneri difensivi.
Rino Gattuso s’è limitato a tenere costantemente su gli esterni alti a quaglia ormai impallinata effettuando cambi secondo i ruoli (Calhanoglu per Bonaventura, Biglia per Montolivo e André Silva per Kalinic), mentre il Gasp rinunciando al centravanti per lo sloveno autore del bis ha optato per i due attaccanti larghi per non dare punti di riferimento alla coppia centrale Musacchio-Bonucci. Messa non a caso fuori causa dall’azione che ha chiuso i conti sulla catena di sinistra Papu-Spinazzola per il taglio del nuovo entrato. Conservativo anche l’avvicendamento Cristante-Kurtic.