Da una parte il fiume di soldi straripato nel calciomercato estivo, dall’altra la lungimiranza di un progetto fatto di concretezza. Senza contare l’aspetto ambientale, col tifo degli ospiti di turno a segnalarsi per l’assenza di fischi e contestazioni, vedi Spinazzola, a dispetto della querelle in avvio di stagione. La sezione dedicata al dibattito a commento di Milan-Atalanta, sull’edizione odierna de l’Eco di Bergamo, pone l’accento sull’abisso che sembra separare due società e due squadre tradizionalmente con budget e ambizioni diversissime.
La tesi di fondo a firma di Gabriele Pigolotti è che più di duecento milioni spesi servono magari a riempire l’album di figurine, ma poi ci vuole capacità gestionale. Il confronto prosegue scendendo nel dettaglio dei confronti fra giocatori passati di sponda di recente o meno, a dimostrazione che i nerazzurri hanno saputo rinunciare a qualche pezzo pregiato senza indebolirsi: l’ex canterano rossonero Cristante, oggi, vale più di Kessie, che a San Siro pare aver perso i superpoteri. Segno che chi ha i pezzi pregiati in casa dovrebbe valorizzarli prima di farseli scappare, mentre chi se li prende già fatti se non sa gestirli rischia di bruciarli bruciando i capitali investiti.
Infine, l’analisi tecnica che riflette le differenze di ragion d’essere tra le forze in campo. I bergamaschi hanno trovato il mix tra la consapevolezza della propria superiorità e l’umiltà di ricorrere a Ilicic, il fantasista spaccapartite, solo in corso d’opera per avere più copertura a centrocampo.
Gli sta bene al milan ha speso milioni di euro x farsi sbranare dall’Atalanta
In sintesi lavoro ed umiltà cosa che si riesce a trovare solo a Bergamo