C’è un problema tra il produttore delle bombolette spray in dotazione agli arbitri di calcio e la FIFA, anzi: si tratta di una battaglia legale come ha spiegato anche il Corriere della Sera e il New York Times.
Un tribunale di Rio de Janeiro ha riconosciuto la proprietà intellettuale del brevetto a Heine Allemagne che nei primi anni duemila ha avuto l’intuizione dello spray e che da tempo chiede alla FIFA di riconoscere la paternità dell’invenzione e il pagamento dei diritti.
Come ha ricostruito il New York Times, che ha raccolto le parole dell’inventore, tutto risale ai Mondiali del 2014 quando il prodotto debutta in una competizione ufficiale. All’epoca la FIFA sembrava interessata a comprarne i diritti, infatti prima della competizione aveva offerto 500 mila dollari, ma la cifra non era stata accolta. Tuttavia la compagnia produttrice dello spray aveva fornito gratuitamente circa 300 bombole per il torneo, anche se il logo dell’azienda era stato nascosto a causa della rigida politica delle sponsorizzazioni dell’organizzazione. Il contratto doveva essere formalizzato dopo la Coppa e invece non è successo nulla. Secondo Allemagne, la FIFA si è poi rivolta (facendolo tuttora) ad altri produttori «non autorizzati» della sua invenzione, che lui ha regolarmente brevettato. A quel punto si erano mossi gli avvocati per chiedere risarcimenti milionari, ma senza risultato. La sentenza brasiliana potrebbe portare ad una svolta perché ha esteso i diritti a 44 nazioni.
Alcuni giornali di allora avevano detto che Allemagne era destinato a diventare milionario, ma dopo i Mondiali e da quando è iniziata la querelle con la FIFA non ha venduto nessuna bomboletta.