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Guida e i precedenti da scongiuri: i 9 ko della Dea

Un poker di successi, altrettanti pareggi e una sinfonia stonata. Non è il curriculum di un orchestrale dedito al gioco d’azzardo, bensì il bilancio dell’Atalanta con l’arbitro Marco Guida della sezione di Torre Annunziata, designato per il match di sabato alle 18 in casa della Roma per la prima giornata di ritorno del campionato di serie A. Il nativo di Pompei classe ’81, tra l’altro, fischiò il precedente diretto del 12 aprile 2014: quel 3-1 serale (13′ Taddei, 44′ Ljajic, 63′ Gervinho, 78′ Migliaccio di testa su cross di Benalouane) fu l’ultimo bottino pieno casalingo (Garcia e Colantuono gli allenatori) dei giallorossi contro i nerazzurri, perché in seguito sarebbero arrivati due 1-1 inframmezzati da un ko per 2-0.

Sfortunata anche la primissima conoscenza tra Guida e la Dea, nel quarto turno di Coppa Italia contro il Lumezzane all'”Atleti Azzurri d’Italia” il 29 novembre 2009: il gol al ventesimo dell’allora prestito Michele Marconi affossò Antonio Conte, protagonista di una parentesi sfortunata da subentrato a Gregucci fino alla cacciata all’Epifania dopo il 2-0 subìto dal Napoli sotto la Maresana. Al gong, ali ordini di Lino Mutti, la caduta in cadetterìa. Tra le mura amiche altre tre delle nove sconfitte: l’1-0 della Juve l’8 maggio 2013, il 2-1 del Torino il 4 maggio 2015 e, dulcis in fundo, il 2-0 del Genoa in edizione Gian Piero Gasperini il 10 gennaio 2016 grazie all’uno-due Dzemaili (79′) e Pavoletti (81′).

A Milano coi rossoneri (2-0, 2 maggio ’12), Firenze (2-0, 8 febbraio ’14, Ilicic su punizione e Wolski; doppio giallo a Cigarini, a Pinilla per rissa con Bassha del Toro l’unica altra espulsione comminata su 43 cartellini totali), Bologna (3-0, 1° novembre ’15) e Roma sponda laziale (2-0, 13 marzo 2016) le rimanenti battute d’arresto. Un tris, invece, le vittorie esterne, di cui le prime due in serie cadetta: il 20 a Reggio Emilia con il Sassuolo del 2 ottobre 2010 (14′ Ardemagni, 28′ Ruopolo), l’1-0 di Cittadella (74′ Bonaventura) il 18 dicembre successivo e l’1-0 al Pescara del 26 ottobre 2016 firmato dall’incornata di Caldara. Solo col Parma i tre punti in casa, grazie a Boakye al 90′, il 19 ottobre 2014.

Tutti a Bergamo i nulli: occhiale col Siena (in B) l’11 febbraio 2011, l’1-1 con l’Udinese del 22 dicembre 2012 in cui le contendenti ricordarono lo scomparso Piermario Morosini che aveva vestito entrambe le maglie (33′ Muriel, Denis al 40′ su rigore per fallo di Angella su Peluso), un altro 0-0 coi viola il 5 marzo 2017 e lo spettacolare 2-2 con le Zebre più altolocale del 28 aprile scorso, ultima gara atalantina diretta dal napoletano di provincia: apre Conti sottomisura sul cross di Gomez al 45′, pari su autogol di Spinazzola che infila di testa la propria porta al 50′ deviando la punizione di Pjanic, sorpasso a volo d’angelo di Dani Alves (83′) sempre su cross del bosniaco e impattata di Freuler in percussione a un amen dal novantesimo nonostante l’opposizione di un paio di difensori e di Buffon sull’apertura di Hateboer. E la Lupa? Bilancio all’opposto, ma c’è un piccolo dato isolato che lascia adito alla speranza. 8 affermazioni di cui 6 all’Olimpico, 4 pari e un’unica batosta proprio sotto la Sud, il 3-2 del Bologna il 16 settembre 2012: a Florenzi e Lamela risposero in rimonta Gilardino, Diamanti e di nuovo il mundial del 2006 in Germania.

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