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Nerazzurri in prestito – Riecco i fuochi di San D’Alessandro

Veni, vidi, vici. Sono arrivato, ho visto, ho vinto. La prestazione della prima giornata di ritorno della serie A di un atalantino in prestito su tutti calza a pennello con il famoso motto in tre verbi al perfetto di Giulio Cesare. Il De Bello Gallico non c’entra, la seconda vittoria della cenerentola Benevento che sale a sette punti sì. Tanto più che Marco D’Alessandro, a ruota dell’assist alla vigilia di San Silvestro contro il Chievo per la firma di Andrea Coda sul primo storico bottino pieno della Strega nell’elite del calcio nazionale, stavolta ha dato il la al sorpasso. Sempre a opera del compagno deputato a schiaffarla nel sacco: minuto 83, l’ex canterano di Zingonia Jacopo Sala ne frena la folata dal centrosinistra con uno sgambetto da rosso diretto e la punta, che aveva fatto 1-1 al 69′ di sinistro a giro lanciato da Viola, trasforma la punizione.

Il 3-1 al primo di recupero sull’asse Coda-Brignola (ma nella ripartenza anche il nostro tocca la sfera) vanifica l’assolo di Kownacki tre giri di lancetta più tardi, ma va rimarcato che il ragazzo del Tiburtino col suo ingresso al 58′ al posto di Puscas, da trequartista sinistro, ha cambiato volto ai giallorossi, andati sotto a un amen dall’intervallo per il tap-in di Caprari sulla stoccata di Quagliarella respinta da Belec. All’attivo del numero 7 anche la palla di platino a Brignola (63′, sventata in corner dalla difesa blucerchiata) e la conclusione personale (71′) rintuzzatagli da Viviano. Bene anche Berat Djimsiti nel terzetto dietro con Lucioni e Costa, spesso dovendosi allargare a destra perché Venuti in fase di non possesso scalava a quattro dall’altra parte. A risolverla con l’altra pericolante Crotone, per il Milan, è la nuca di Bonucci (54′) sull’uscita scriteriata di Cordaz (aveva dato l’assist involontario a Kurtic sul neutro di Pescara la scorsa stagione, remember?) nel goffo tentativo di allontanare la minaccia dell’angolo dalla sinistra di Calhanoglu, mentre a tiro dell’ora di gioco a Franck Kessie viene annullato dal Var il raddoppio (bella la girata di destro) per aver trattenuto e strattonato per la maglietta Mandragora, uno dei tanti pupilli di Gian Piero Gasperini sparsi per lo Stivale.

Se l’interno ivoriano nel raggiungimento dei 28 punti – ancora fuori dalla zona Europa League, però – dei rossoneri offre una prova comunque convincente lasciando il posto a Locatelli a sei dal novantesimo, Marco Sportiello e la sua Fiorentina dopo l’1-1 casalingo con l’Inter del prestito solo formale Roberto Gagliardini (il 1° luglio il cartellino sarà giocoforza rilevato) finiscono pur sempre risucchiati nel gruppetto col Diavolo, l’Udinese e il Torino. Il portiere nell’anticipo del venerdì sera fa quel che può sul temporaneo vantaggio di Icardi, respingendogli la svettata sulla punizione dalla trequarti destra di Cancelo prima di subire l’insaccata in sospetto offside (il Var dice no) al 56′, rischia mezzora dopo su Candreva (filtrante di Maurito) che lo evita appoggiando sull’esterno della rete e blinda al 94′, alzando sopra il montante la botta da fuori del romano, il pari raggiunto dal Cholito Simeone un tris di cronometro prima sull’asse con Eysseric dopo il tiro sporcato di Badelj.

A smenarci dal primo weekend dell’anno è Alberto Paloschi, affondato dalla manita della Lazio al “Mazza” insieme alla sua Spal. Fatali l’invenzione di Luis Alberto (5′) e il poker di Immobile (18′ su triangolo con Lukaku e Luis Alberto, 26′ su lancio di Milinkovic-Savic, 41′ di testa su cross di Basta, 51′ da tiro dalla bandierina del partner offensivo). I ferraresi restano a 15 a braccetto coi Pitagorici, il cividatese ci mette solo il fallo su di lui al 7′ di Wallace – sulla scia di un contatto Basta-Grassi – che consente ad Antenucci, ripetutosi poi alla mezzora con Lazzari a mettere di nuovo la palla in mezzo (complice un rinvio corto del difensore brasiliano), di fare 1-1 dal dischetto. Di suo, il centravanti classe ’90 spreca addosso a de Vrij al 33′ per ripetersi all’82’ sul traversone basso di Mattiello scegliendo come ostacolo alla gloria proprio colui che lo aveva affossato nell’azione del pareggio. Vanificato giustamente l’appoggio in porta all’85’: Antenucci tira e Strakosha para, lui è in fuorigioco.

Di nerazzurri all’estero, premesso che B e C nell’ultimo weekend erano anch’esse in pausa con tutti gli annessi e connessi della finestra del mercato di riparazione, infine, ne ridsmangono due su tre, essendosi Bryan Cabezas accasato all’Avellino. Sempre in verde si vestirà, dopo aver abbandonato il Panathinaikos e la Super League greca. Constantin Nica, sempre che non percorra le orme dell’ecuadoriano (il terzino ha 22 presenze in palmarès nel 2015-2016) attende la ripresa il 3 febbraio, quando la Dinamo Bucarest ospiterà l’Universitatea Craiova. L’11 dello stesso mese ricomincia l’Ekstraklasa polacca per il Termalica Nieciecza penultimo dello stopper Under 21 ungherese Akos Kecskés.

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