Diversamente dall'”Atleti Azzurri d’Italia”, non sarà un restyling dell’impianto esistente. E sorgerà fuori città. Che anche il Napoli, prossimo avversario dell’Atalanta, stia pensando all’impianto di proprietà a immagine e somiglianza di uno Juventus Stadium-Allianz Stadium (in realtà frutto di una concessione novantanovennale sul terreno su cui sorge), non è un mistero per anima viva.
Il presidente Aurelio De Laurentiis, anche per riavvicinare il centro di allenamento dei Ciucci alla metropoli partenopea, è deciso ad abbandonare il “San Paolo”, cattedrale del calcio in cui ha predicato il divino Diego Maradona col pallone tra i piedi per evangelizzare i fedelissimi ma col difetto di essere una struttura comunale dispersiva e difficile da gestire. Anche perché con il sindaco Luigi De Magistris non pare esserci margine per alcun accordo sul da farsi. Totalmente all’opposto, invece, il termometro dei rapporti col primo cittadino di Melito, Antonio Amente, professatosi pubblicamente “amico” di DeLa. Nei prossimi giorni i due dovrebbero incontrarsi per i sopralluoghi del caso.
Le aree prescelte, perché c’è in ballo anche la cittadella dello sport in cui la squadra si allenerebbe consegnando l’attuale centro di Castel Volturno (che è in provincia di Caserta) a un futura pieno di incognite, sono due: una da 30 ettari a ovest del Comune (appena a nord di Scampia e Secondigliano) di circa 38 mila abitanti, feudo storico dei principi Caracciolo, a ridosso di Mugnano, di cui è curiosamente originario l’aspirante dirigente nerazzurro Giulio Migliaccio; l’altra, per lo stadio, da 62 tra Casandrino e Arzano nel quadrante urbano est. Ma se l’intesa tra amministrazione cittadina e proprietà è sicura, mancano ancora l’assenso e le richieste economiche dei proprietari dei terreni.
