“La piazza ha preso male il no di Verdi, perché sa che la coperta corta in attacco rischia di pesare sulla corsa allo scudetto”. Oltre all’Atalanta, per il Napoli allo start del 2018 il più impervio ostacolo nella scalata alle ambizioni sembra essere il calciomercato. Raimondo De Magistris, napoletano d.o.c., vicedirettore di Tuttomercatoweb.com e voce di Radio TMW, fa il punto della situazione in casa De Laurentiis, Giuntoli & Sarri all’antivigilia del lunch match.
Possibile che l’attuale capolista abbia così poco appeal?
“Bisogna distinguere caso per caso. Per Verdi c’era l’accordo col Bologna, ma il giocatore ha voluto rimanere dov’è. Tutto all’opposto per Politano: il giocatore spinge, la società frena. Si punterà tutto su Deulofeu. Certamente il fatto che le riserve con Sarri giochino poco incide sulle scelte individuali”.
E l’ex milanista punta ai Mondiali, quindi ha bisogno di mettersi in vetrina.
“La formula attuale è consolidata e l’allenatore non pare intenzionato a cambiarla. Il catalano non lo convince appieno: troppo solista per il suo gioco corale. Non c’è nemmeno fretta di recuperare Milik, che sarà disponibile al massimo entro un mese come Ghoulam, perché tanto in mezzo il posto è di Mertens con Callejon e Insigne larghi”.
Quei tre sono certezze per chi mette la squadra in campo, ma la rinuncia a un ampio minutaggio delle seconde linee potrebbe rivelarsi un boomerang.
“Il problema è tutto qui. Il Napoli non soffre il fiato della Juventus sul collo, ma alla lunga far ruotare 14 titolari contro i 20 della diretta inseguitrice, decisamente più coperta in ogni ruolo, può diventare rischioso. Allegri ha in mano un organico ricco di alternative, rognoso, capace di spuntarla di riffa e di raffa come a Cagliari prima della sosta. Aver lasciato sul campo solo 9 punti su 60 senza aver inflitto un gap al principale avversario, a questo punto della stagione, dà da pensare. Oltretutto a febbraio comincia pure la fase a eliminazione diretta di Europa League”.
Torniamo a bomba, ovvero all’ennesimo crocevia coi nerazzurri dall’altra parte della barricata.
“Una sfida temuta che desta preoccupazione. È fra le tre trasferte più ardue della stagione. Negli ultimi due anni Gasperini ne è uscito vincitore tre volte su quattro, e all’andata senza quella magia di Zielinski che acciuffò il pari dando inizio alla rimonta è difficile dire se sarebbe finita 3-1. Tatticamente sarà durissima, anche se non si esclude qualche piccolo accorgimento da parte di Sarri. Che non per niente ha anticipato il rientro dalle vacanze e sta mettendo sotto i suoi da sabato scorso”.
Però gli mancherà una pedina.
“Hamsik è stato praticamente fermo per tre giorni questa settimana. Le previsioni più ottimistiche non lo proiettano più in là della panchina: i report sono chiari, quand’anche migliorasse (febbre a tutto giovedì, ndr) giocherebbero comunque Allan e Zielinski da interni”.
Per concludere, possibile che gli ospiti di turno non siano dati in corsa per qualche gioiello della famiglia Percassi?
“Non mi risulta. Profili da Napoli, del resto, non sono facilmente individuabili. Lo stesso Lucas Moura, che desta un vivo interesse, sarebbe un problema per l’ingaggio e per certi equilibri: a Parigi prende molto più di Insigne. Dell’Atalanta l’unico che piaceva era Gasperini, sondato quand’era ancora al Genoa prima che la scelta ricadesse su Sarri. E Conti l’anno scorso: poi il suo agente Giuffredi lo indirizzò verso il Milan, anche perché qui la fascia destra era ed è di Hysaj”.
