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ESCLUSIVA – Soncin: “All’inizio mancava l’abitudine all’Europa. Barrow e Melegoni pronti al salto”

Da calciatore fu un buon mestierante dell’area di rigore, con un’esplosione leggermente tardiva che comunque non gli ha negato la gioia di segnare (al Milan che poi vinse la Champions) e giocare nella massima serie.

Il tutto proprio con i colori nerazzurri. Ora Andrea Soncin è collaboratore tecnico del vivaio del Venezia, città in cui vive, e buon commentatore per Sportitalia in merito a Lega Pro e Campionato Primavera.

Calcioatalanta lo ha raggiunto, chiedendogli qualche impressione sulla situazione che il mondo vicino alla Dea sta vivendo, non senza qualche accenno alla formazione massima formazione del vivaio nerazzurro (la Primavera, appunto).

L’Atalanta è ormai una realtà italiana. Nonostante l’avvio con qualche tentennamento piccolissimo la squadra è in piena lotta per l’Europa. Ormai non si può più parlare di sorpresa.
È già da un po’ di tempo che l’Atalanta non è più una sorpresa. Magari all’inizio qualche piccola difficoltà era da mettere in preventivo, vista la nuova realtà. Non c’era l’abitudine a giocare su più fronti e quindi magari ci sarà stato bisogno di un periodo di adattamento sia da parte dello staff che da parte del gruppo. Ora però stanno riuscendo a produrre quello che vogliono“.

A parlare, peraltro, si fa presto. Ma in quanti l’avrebbero detto che sarebbe stato così facile senza Kessie e con uno Spinazzola in quella situazione?
Il campo è un’altra cosa, però l’Atalanta ha nel dna questa valorizzazione dei giovani o la scoperta di giocatori che magari ad inizio stagione sono indecifrabili. In questo va dato merito all’area scouting che riesce ad individuare prospetti interessanti e poi, ovviamente, allo staff tecnico che riesce a farli rendere al meglio“.

Cambiamo argomento. Da giocatore hai militato a Bergamo: che tipo di ambiente è per un calciatore? Nonostante sia un posto “caldo” a livello di tifo vi è anche grande tranquillità?

Assolutamente sì! Penso che sia una piazza ideale perché c’è molto calore però al tempo stesso grande libertà e rispetto per poter lavorare al meglio“.

Che ricordo ha, invece, di quel gol al Milan che chiuse la gara in un 2-0 del novembre 2006?
È un ricordo bellissimo, anche se sinceramente è un po’ riduttivo secondo me circoscrivere il mio ricordo nerazzurro a quel gol. È una piazza bella, in cui si fa calcio vero e sono stati due anni bellissimi, con la vittoria del campionato che aveva portato grandissimo entusiasmo. Quella comunque è stata la ciliegina sulla torta“.

Capitolo Primavera. Anche l’Under 19 nerazzurra era partita con una sconfitta, poi si è rialzata finendo per diventare forse la squadra che più ha dimostrato in questo Campionato Primavera.
Assolutamente. Penso che sia la squadra che più ha dimostrato finora, leggermente sopra all’Inter. Sono le due squadre che si giocheranno il primo posto, ma l’Atalanta ha qualcosa in più. L’Atalanta riesce a esprimere cose positive sia in fase di possesso che di non possesso, giocando molto bene. E poi ha alcuni ragazzi che penso saranno le prossime scoperte nazionali, perché penso che ragazzi come Barrow e Melegoni siano ormai pronti per spiccare il volo e fare il grande salto“.

Si fa un gran parlare di Barrow. Numeri per lui impressionanti perché forse nessuno ha avuto questi numeri in questi anni in Primavera. Può essere già pronto a giocare in Serie A?
Nel  calcio di oggi i ragazzi devono andare per step, quindi una fase intermedia gli potrebbe permettere di assaggiare meglio il calcio dei grandi. Normale che poi in un’Atalanta questo inserimento graduale potrebbe avvenire anche in Serie A. Ad oggi è un attaccante completo perché partecipa attivamente alla fase di non possesso, attacca la profondità e sa venir incontro ai compagni per giocare di sponda“.

Ultima domanda. In un’altra intervista disse che per lei questo è un anno di apprendimento per fare esperienza. Quanto sta imparando da commentatore tv e da collaboratore nel vivaio del Venezia?
Nelle giovanili del Venezia faccio soprattutto la fase offensiva, faccio vedere qualche movimento. Sono molto felice per tutto e ringrazio anche Sportitalia, che mi sta dando l’opportunità di conoscere dal vivo una quantità vastissima di calciatori, allenatori, sistemi di gioco e modi di interpretare il calcio“.

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