Il fattore campo e le sue grandi verità. Figurarsi se nemmeno stavolta il bilancio non era favorevole all’Atalanta. Forse perché per saper compiere con una certa costanza nel tempo le imprese corsare non basta fare la big a cottimo, ma serve essere una superbig abituata a sostenere la parte ingombrante della corazzata da affondare. E lo è stata solo in rari frangenti della sua pur gloriosa storia il Napoli, alla ricerca dell’affermazione che a Bergamo le regalerebbe la doppia cifra a fronte delle 21 nerazzurre tra A, B e Coppa Italia (71-50 il quoziente reti) su 51 confronti con gli attuali Gasp-boys a fare gli onori di casa.
A colare a picco, dunque, sono stati non di rado gli ospiti di turno. Il listone, che comincia con la doppietta di Giuseppe “Picaia” Bonomi (al 46′ e al 59′ su rigore) un freddo 21 novembre del ’37 e la sfida delle panchine tra gli sfortunati Ottavio Barbieri e Angelo Mattea (rispettivamente retrocesso da neopromosso ed ex sostituito in seguito con Eugen Payer), ha visto gli spettatori del “Brumana”-“Comunale”-“Atleti Azzurri d’Italia” assistere a gare spesso ad alto livello di spettacolarità. Tra i trionfi dei bergamaschi risalta il paio sotto la guida di Gigi Delneri. Non scherzava mica, il Profeta di Aquileia bleso e coi baffi: due giri di corsa sotto le Mura, cinquina la prima volta e tris la seconda. E il Ciuccio muto.
Il 2 dicembre 2007, in particolare, rimarrà sempre tra le memorie più esaltanti della regina delle provinciali a cui talvolta salta il ticchio di sbranare le tigri del pallone metropolitano, anche per la maestria del brasileiro Adriano Ferreira Pinto nel sigillare la pratica sotto le gambe di Iezzo dopo aver servito il vantaggio al volo d’angelo di Floccari e a Doni la terza stilettata della serie. Di Langella, lanciato da Guarente, Carrozzieri imbeccato sotto porta da Tissone e del Pampa Sosa (sul 4-0 contro) le altre prodezze del pomeriggio, reso particolare col senno di poi dall’ex Nando Coppola di qua e dal futuro tecnico atalantino Edy Reja di là.
Non che i protagonisti cambino granché il 16 novembre dell’anno successivo, quando l’ala di Quinta do Sol s’inventa il rompighiaccio da sé dribblandone due per scaraventare sotto la traversa e accompagna il 3-1 finale del centravanti di Nicotera, dopo una serie di colpi di scena da thrilling: rosso a Zalayeta, pari su rigore di Hamsik che domenica sarà il testimone superstite del tremendo uno-due delneriano e nuovo sorpasso quasi in extremis di Manfredini su punizione. Il 20 dicembre 2015, invece, la firma di Marekiaro sull’ultima vendetta napoletana: rigore per mani di de Roon e duplice assist per testa e destro di Higuaìn vanificando il temporaneo pari del Papu Gomez. La caccia al trionfo da trasferta numero dieci è ufficialmente iniziata.
Gran bella Atalanta quella di Del Neri… Unica pecca è che non cambia mai gioco… Dopo un po’ ti conoscono, bloccano le fasce e sei morto…
Ma prima di Gasperini ci ha fatto vedere ciò che vuol dire bel gioco……..Manuela Baratti ……noi guardiamo a ciò che offrono ……scusami se mi son permesso …..
Mi sei sempre stato antipatico ….