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Biondini e Orsolini, destini paralleli

Chi ne spegne ventuno nella speranza di poter festeggiare prima o poi un impegno continuativo, se non addirittura qualche assaggio della torta dei titolari, e chi trentacinque nella certezza di doversi rassegnare al ruolo di panchinaro perché al giorno d’oggi lì in mezzo ci sono ingredienti obiettivamente più freschi. Strano destino, quello che accomuna Riccardo Orsolini e Davide Biondini, della serie compleanni paralleli di calciatori che stanno calcando tappe opposte delle rispettive carriere ma sempre nella speranza di vedersi assegnare quella maledetta maglia fin dal kick off.

Curiosamente il calendario li mette di fronte nella settimana degli auguri e del ritocco verso l’alto del cronometro del tempo. Tra i protagonisti di Sassuolo-Atalanta di sabato al Mapei Stadium, loro due, ben difficilmente ci saranno. Perché nelle gerarchie ci sono il Papu Gomez e Ilicic davanti da una parte e un quartetto d’archi della mediana dall’altra, Mazzitelli-Duncan-Sensi-Cassata. E perché, se la Scarpa d’Oro ascolana (5 in 7 partite) al recente Mondiale Under 20 fin qui ha timbrato il cartellino solo in 10 occasioni su 29 impegni complessivi dei suoi, col battesimo del fuoco in Europa League e allo start nel precedente diretto di Coppa Italia del 20 dicembre scorso sotto le Mura, uno degli ex di turno insieme ad Andrea Consigli e all’altra riserva Federico Peluso ha visto il campo la sesta e ultima volta in stagione – anche lo Spezia nel trofeo della coccarda – nel ko casalingo all’inglese col Verona del 25 novembre fatale al tecnico Christian Bucchi, di lì sostituito con Beppe Iachini.

L’ex bianconero del Picchio, nondimeno, ha tutta una parabola professionale di fronte a sé, da prestito biennale che i bianconeri della razza padrona hanno voluto vestire di nerazzurro: 52 presenze e 10 reti nell’alma mater, 12 e 8 negli Azzurrini fino alle due decine d’età più 5 e 3 sono tanta roba, anche se ora ha l’obbligo di spiccare il salto sfruttando al meglio la più piccola chance. Tutto all’opposto per Biondini, il rosso cesenate di Longiano, interno, mezzala o anche esterno part time che nella Dea giocò 20 match su 24 da titolare nel campionato 2012-2013 agli ordini di Stefano Colantuono distinguendosi per abnegazione e senso tattico. Le armi che gli hanno consentito di battagliare ad alti livelli, in una vicenda cominciata a Cesena e proseguita con Vicenza, Reggina, Cagliari, Genoa, Atalanta e gli sballottamenti fra il Grifone e il Sassuolo dal gennaio 2014 fino alla cessione definitiva a luglio di quell’anno. Auguri di rito, sperando che confermi il ruolino di marcia storicamente sfavorevole quando incontra i bergamaschi: 9 ko e 4 vittorie su 17 precedenti.

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