Marten de Roon a tutta pagina sulla Gazzetta dello Sport di oggi.
“Se gioco qui ancora otto anni per me va bene. Ma non si sa come si svilupperanno le cose. L’importante per me è crescere. Crescere con l’Atalanta che vuole crescere“.
E la nazionale? “Magari non da titolare, diciamo un posto nei 23”. Per ora il centrocampista ha giocato soltanto due partite con gli Orange: “Forse i tifosi non mi hanno apprezzato molto perché sono un giocatore concreto, uno che magari non si nota, ma si vede quando non c’è. E poi sto davanti alla difesa, un ruolo che agli italiani piace tanto, ma che in Olanda viene interpretato in modo diverso. Calcisticamente mi sento pù italiano. Gli olandesi amano i giocatori che fanno possesso palla, io forse sono più bravo senza la palla. Però gli allenatori mi hanno sempre fatto giocare, a cominciare da Van Basten. Lui è una leggenda e una bravissima persona. E’ stato un buon allenatore, ma pativa lo stress. Si è accontentato, non voleva di più. E poi per lui era difficile lavorare con l’Heerenveen, con giocatori normali. Aveva giocato sempre con grandi giocatori, aveva allenato grandi giocatori in nazionale”
Van Basten ha lanciato de Roon, che ricorda così il periodo all’Heerenveen: “Mi ha dato la fascia di capitano, mi dava molta fiducia. Mi raccomandava sempre di divertirmi in campo. Diceva: “Va bene la tattica, ma goditi la partita. Libera la testa e gioca, divertiti prima di tutto” “.
Gasperini invece? “Lavora tanto, ci prepara benissimo, tatticamente è un fuoriclasse. Il calcio è divertimento, ma alla fine vuoi vincere e con Gasp si vince tanto. Vincere è la cosa importante, perdere non è divertente”.