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Gasperini, l’impavido che non ha paura dei giovani e sa come lanciarli

Negli anni Gasperini si è fatto notare, oltre che per la sua bravura nel far giocar bene le squadre, anche per il suo carattere. Il tecnico di Grugliasco è uno di quelli con molta personalità e con idee ben chiare, anche quando si tratta di lanciare o consacrare giovani, e cerca di portare avanti questo discorso ogniqualvolta gli è possibile. E l’Atalanta, ovviamente, non fa eccezione.

I 72 punti raccolti l’anno scorso rappresentano anche il frutto del lavoro fatto con i giovani. Ad esempio chi avrebbe mai pensato ad una stagione così entusiasmante di Caldara? Oppure di un’ottima parentesi come quella di Gagliardini? Crediamo nessuno. Però invece Gasperini in questi giocatori, come in altri, ha visto delle qualità e ha scelto di puntare su di loro.

Ad esempio di Conti e Kessie si era già intravisto qualcosa nelle stagioni precedenti (l’esterno in maglia in nerazzurra e il centrocampista con quella del Cesena), ma non si erano mai affermati sul grande palcoscenico. Gasperini è stato abile a disegnare una scacchiera che potesse essere in grado in primis di cogliere risultati di squadra e in seconda istanza di valorizzare al meglio i giovani. Conti ha disputato un’annata fenomenale che è valsa il passaggio al Milan (e 25 milioni nelle casse della Dea), Kessie ha saputo confermarsi, disputare una Coppa d’Africa con la Costa D’Avorio e passare anch’egli al Milan per un trasferimento che dovrebbe portare altri 28 milioni all’Atalanta.

Ma se con i due rossoneri è stato forse più facile regalar loro la consacrazione, il vero capolavoro di Gasperini è stato quello ci creare – sì, creare – Caldara, Gagliardini e rilanciare Petagna. Il difensore di Scanzorosciate è un prodotto del settore giovanile nerazzurro mandato a giocare prima a Trapani e poi a Cesena. Poi il rientro in casa Atalanta dove sostanzialmente sarebbe dovuto essere la riserva. Invece Mattia ha rapidamente scalato le gerarchie diventando il perno della difesa e un giocatore della Juventus che investì su di lui già nello scorso gennaio. Gagliardini come Caldara è cresciuto da Zingonia ed era reduce di sei mesi di totale anonimato con Reja. E anche qui la mano del Gasp si è rivelata fondamentale: in pochi mesi la crescita di Roberto è stata esponenziale e gli è valsa il passaggio all’Inter (per altri 28 milioni). Senza dimenticare Petagna. Arrivato come la riserva della riserva (Paloschi e Pinilla) è diventato il punto fermo dell’attacco, pur senza esser troppo prolifico. Prelevato dall’Ascoli per pochi euro è stato completamente rigenerato dalla sapiente mano di Gasperini.

Ma l’opera non si è certo conclusa con questi nomi, perchè non citare Bryan Cristante sarebbe un gravissimo errore. Il centrocampista friulano, insieme a Petagna, era una delle grandi promesse della Primavera del Milan, ma negli ultimi anni si era un po’ smarrito come accaduto al suo ex compagno di squadra. Invece l’Atalanta (e Gasperini) si sono rivelati l’ambiente e l’uomo giusti per mostrare a tutti il proprio valore in campo europeo, soprattutto con Cristante che sta vivendo un’annata al di sopra di ogni più rosea aspettativa. E se il meglio deve ancora venire…

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