cropped-CA-logo.png
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Auguri atalantini: Bonci e Parravicini, due meteore

parravicini

Non solo Tir. Oltre al bomber che dice quaranta, il 31 gennaio in salsa nerazzurra significa candeline spente anche per due di passaggio, per dirla alla Mario Brega. Uno era stata una promessa a fine anni sessanta, tanto da segnare al Napoli in maglia Juve nell’ultima Pasqua della decade, e lo scoglio dei settanta lo doppiò come tanti altri attaccanti di talento dell’epoca, ovvero segnando tanro solo in provincia (sfondato il muro dei cento) e girando molto, in tempi in cui il vincolo assoggettava i professionisti ai voleri delle società. L’altro, mediano di rottura e d’ordine, prestato dal Parma nel gennaio 2009, si ritagliò con quel pomposo numero 55 dietro la schiena tre presenze da titolare (contro Fiorentina, Genoa e Juve) su otto in un reparto, quello di Gigi Delneri ai saluti, che contava su Luca Cigarini, Tiberio Guarente, Diego De Ascentis e – quando non era dirottato sulla corsia – Simone Padoin.

Fabio Bonci, ora dirigente della San Faustino, dice sessantanove, l’attuale tecnico della Pro Sesto, Francesco Parravicini, trentasei. Due ex con una generazione e una linea di gioco intera a dividerli. Il modenese, puntero figlio e nipote d’arte dei cesenati Iro (Cesena, Modena, Forlimpopoli, Fiorentina, Piombino e Riccione, allenatore De le giovanili canarine), Adler, Emilio e Remo, pareva un predestinato con quella toccata e fuga bianconera sotto Heriberto Herrera, da aspirante vice o erede di Pietro Anastasi. Ma dopo la gavetta con Moglia e Reggiana gli toccarono solo Varese, Mantova, Parma, Perugia, Genoa e la squadra natìa del padre. Il paraguaiano che aveva vinto lo scudetto nel ’67 con la Juventus operaia dei Salvadore e dei Cinesinho, comunque, lo ritrovò una volta approdato a Bergamo, in B, in sostituzione del neo retrocesso Giulio Corsini dopo sette giornate da soli 6 punti e uno striminzito 1-1 con l’Ascoli l’11 novembre 1973.

Era la Dea di Vianello, Percassi, Scirea, Leoncini, Pirola, che in attacco aveva lui, Pellizzaro, Macciò e Gattelli. Bonci, che fin lì l’aveva messa al Varese dal dischetto in un 2-1, avrebbe segnato poi all’Avellino due volte, all’Ascoli e al Catania. In 29 allacciate di stringhe, più 7 a secco in Coppa Italia: 6 complessive per Gattelli-Pellizzaro, poi in regular season, anche se alcun fonti ne tolgono una al secondo assegnandola al primo. Undicesimo posto finale e poca gloria per tutti, anche se il libero Gaetano da Cinisello Balsamo avrebbe spiccato il volo di lì a poco trasferendosi alla corte di Boniperti. Quanto al milanese Parravicini, lineamenti gentili e fisico non certo da corazziere, fece il suo in una truppa affollatissima svolgendo con alterne fortune il compito del portaordini. Al culmine di una parabola cominciata proprio al “Breda” e proseguita con Treviso, Palermo, Siena, Livorno e Novara con scarpette appese al chiodo nel 2015, è tornato alla base. Dove insegue il sogno della C – la gloriosa Pro è quarta – da comandante in capo. Auguroni.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Le sensazioni degli ultimi minuti, poco prima del fischio finale, sono state veramente incredibili. Non...

Il difensore albanese cresciuto in Svizzera è stato insignito del titolo di Player of the...

Anche tre giovani ragazzi della formazione allenata da mister Previtali tra i convocati del ct...

Dal Network

Joe Barone non ce l’ha fatta. Dopo il malore che lo ha colpito domenica pomeriggio, si...

Gli USA pronti a ospitare le 32 squadre da tutto il mondo Nell’estate del 2025,...

Diretta tv, streaming e live testuale della partita che può valere la corsa alla qualificazione...

Altre notizie

Calcio Atalanta