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L’album dei ricordi – Gomez, Maxi e quegli 1-0 al Chievo che pesano

I tifosi dell’Atalanta non possono esserselo dimenticato. Perché è il flash esatto in cui la squadra del loro cuore è entrata nella storia stabilendo, tra gli innumerevoli altri, il record del miglior piazzamento all time. Bergamo, 27 maggio 2017: filtrante di Bryan Cristante, che fa pure rima, e palla di Alejandro Gomez irraggiungibile, là nell’angolino. Il giorno dopo la Lazio perderà a Crotone. Quarto posto, Europa League senza preliminari e da seconda fascia nel sorteggio. Il quinto 1-0 inflitto al Chievo su 17 scontri casalinghi, negli annali nerazzurri, sarà circonfuso in eterno da un’aura leggendaria.

Il fattore campo, del resto, ha sempre contato anche contro i Mussi Volanti, a cui tenere le orecchie basse (9 a 5 il computo dei successi atalantini tra le mura amiche, con 20 gol a 13; 11 a 10 con 35 reti a 33 nei 33 precedenti complessivi) non è mai stato comunque facile. Ma le affermazioni di misura sotto la Maresana contro quei colori la loro brava importanza ce l’hanno avuta eccome. Solo la stagione prima, il tap-in da salvezza di Marco Borriello al decimo della ripresa dopo la respinta del montante sulla parabola di Alino Diamanti: Edy Reja, in panchina e quasi ai saluti, esulta prima di essere allontanato intorno al novantesimo; stessa sorte per il Papu a un quarto d’ora dal recupero per il gomito largo su Perparim Hetemaj, rosso e campionato finito a tre giornate dal gong.

Era il 24 aprile 2016 e sembra passata una vita, eppure la dimensione della ninfa del pallone orobico era proprio quella, permanenza al piano di sopra e vogliamoci bene così. Altro che i fasti del Gasp ad asticella alzata fino all’azzardo. Scorrendo il cronometro a ritroso, a quattro turni da fine corsa un poker d’anni indietro c’è quel magnifico acuto nel sette di Maxi Moralez, el Frasquito, la Bottiglietta che a suon di agitarla a mo’ di vincitore del Gran Premio sul palco buttava calcio champagne a fiumi. Minuto 72 di quel martedì, giornata numero 33 programmata per il 15 aprile 2012 e rinviata per la morte in campo a Pescara del giocatore del Livorno Piermario Morosini, il ragazzo del Monterosso cresciuto a pane e Zingonia.

Serie A assicurata, grazie al minuscolo santefesino, nel 2011-2012 da neopromossi partito con 6 punti di handicap per Scommessopoli. Contro Mimmo Di Carlo, nella guerra fra strateghi da obiettivo minimo, Stefano Colantuono. Rimonta al primo marzo 2009 e reca l’impronta di una manciata di grandi ex di un superclasico da quartieri bassi, invece, la penultima sconfitta sotto questi cieli (l’ultima la firmò Pellissier il 21 febbraio 2010, l’Atalanta sarebbe retrocessa): Gigi Delneri dovette arrendersi ad Antonio Langella – tra i clivensi anche Marcolini e Makinwa – e al rigore del Valdostano più letale mai esistito per un mani di Garics. Forse partire con la coppia d’attacco Plasmati-Defendi non era stata una buona idea, ma questa è un’altra storia.

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