L’allenatore del Bologna a cuore aperto: i legami con la bergamaschità e i colori nerazzurri, il ricordo di Astori
Il grande ex di turno contro i colori in cui è cresciuto e il suo stesso sangue. Domenica l’Atalanta per prendere la rincorsa verso una nuova e ben più difficoltosa qualificazione all’Europa League dovrà marcare stretto il padrone di casa di Bologna, Roberto Donadoni, bergamasco di Cisano con genitori di Pontida. Nell’intervista rilasciata a L’Eco di Bergamo, l’ex centrocampista di fascia dei nerazzurri e del Milan, già in sella a Livorno, Napoli e Nazionale, tesse le lodi dell’avversario di turno: “È una squadra che ha raggiunto grandi traguardi, diventata appetibile per ogni tecnico e da cui prendere spunto per crescere – il suo pensiero -. Per certi versi è una partita come le altre, però poi la mia parte bergamasca riscopre i legami con il passato”.
Sulle armi da sguainare di fronte a un avversario attardato rispetto alle dirette concorrenti, Donadoni è netto: “Attenzione, velocità e volontà, senza calcoli. L’eliminazione dalle due coppe può essere un elemento a nostro favore se c’è stato un contraccolpo, ma può essere anche il contrario se agisce da stimolo. Noi ne troviamo dentro noi stessi, nel piacere di praticare una professione che ci piace, nell’ottica della crescita”.
Circa la conferma della difesa a tre, l’allenatore dei rossoblù resta abbottonato secondo pretattica: “Le varianti non sono più determinanti dell’atteggiamento e delle condizione”. Infine, su Astori, allenato a Cagliari: “Non bisogna cercare una spiegazione che non esiste, dobbiamo rassegnarci all’imponderabile – chiude -. Va accettato, la vita merita di essere vissuta. Davide ha creato un vuoto enorme perché è un esempio dal punto di vista umano”.
Grande dona
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