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Mascetti il diesse e gli altri: compleanno per 4

Braccio destro di Ivan Ruggeri per il mercato, il comasco ex Verona resistette 5 anni a cavallo dei due secoli. Caverzan una comparsa, solo giovanili per Callioni e Perico

EMILIANO MASCETTI. Un dirigente e un tris di terzini. Il quartetto di ex nerazzurri che spegne le candeline oggi non potrebbe essere più composito. E il più famoso è uno che il campo, da centrocampista con una certa attitudine offensiva, l’aveva assaggiato soprattutto a Verona (più Pisa e Torino) oltre che nella natìa Como. Ma a Bergamo s’è comunque ritagliato una fettina di storia, una cinquina di rivoluzioni terrestri di cui due in B. Emiliano Mascetti (75 anni tondi), dopo esserlo stato dell’Hellas da scudetto e della Roma, da queste parti s’è fatto conoscere come direttore sportivo dell’Atalanta della presidenza Ivan Ruggeri dal 1998 al 2003: un biennio cadetto tra Bortolo Mutti e Giovanni Vavassori, in cui il bomber era Nicola Caccia, la nuova generazione di fenomeno a cavallo dei due secoli – gli Zenoni, Pelizzoli, Bellini, Pinardi e Zauri – più Doni, Ventola, Ganz e quel che restava del Mimmo Morfeo baby, e la nuova retrocessione nella primavera del 2003 con Finardi a sostituire il Vava senza superare lo scoglio dei playout con la Reggina.

VITO CALLIONI. Battezzato come il patrono dedicatario della parrocchia di Guzzanica, tra Stezzano (registrato come Comune di nascita) e Dalmine, il terzino ambidestro classe ’48, attaccante in origine, era un precursore dei terzini d’attacco alla Cabrini che sarebbero arrivati qualche anno dopo. Diventato famoso nella linea difensiva (2 Lelj, 3 lui, 5 Prestanti, 6 il libero Giorgio Carrera) del Real Vicenza del “Mago di campagna” Giovan Battista Fabbri, quello con Pablito Rossi terminale già senza menischi e secondo dietro la Juve nel 1977/78, giocò anche con le maglie di Spezia, Como, Torino, Sampdoria, Reggiana e Livorno (84 presenze e 7 reti in serie A, 44 e 3 reti B, 123 e 11 in C) dedicandosi poi a curare i settori giovanili: Piacenza (Primavera e Allievi Nazionali, in cui ebbe Pippo Inzaghi), Dalmine, Dalmine Futura, Villa d’Almé e Levate (unica capatina in prima squadra, tra 2010 e 2012 in Seconda categoria).

DIEGO CAVERZAN. Altro mastino, ma da marcatura stretta (numero 2 o 5) e poco altro, classe ’69, due panchine con Sambenedettese e Brescia nel 1987/88 cadetto e nella stagione successiva titolare nel ko per 2-1 a Lecce (sostituito al 53′ dall’ariete Gianfranco Serioli; 38′ Barbas, 67′ Garzja, 83′ rigore di Nicolini) il 5 febbraio ’89 più un tris di presenze in Coppa Italia. Esordio in massima serie con l’Udinese in casa del Torino il 10 maggio ’87, dopo essere cresciuto nel Montebelluna (città di nascita): sotto Emiliano Mondonico solo briciole, poi Palazzolo, Arezzo e Verona dal 93′ al 97′ con promozione e retrocessione, Cremonese, Rimini, Padova e ancora Rimini appendendo le scarpe al chiodo a 33 anni. Poca roba anche in panchina, dal 2005 al 2008 nel vivaio scaligero: Berretti fino a marzo 2008, per qualche mese vice della prima squadra con Davide Pellegrini che aveva appena rimpiazzato un certo Maurizio Sarri (successore suo e di Colomba) in C1 e osservatore agli ordini di Gian Marco Remondina. Oggi fa l’assicuratore di calciatori.

GABRIELE PERICO. Terzino destro figlio d’arte classe 1984, rispetto al famoso padre Eugenio, bandiera dell’Ascoli più che dell’Atalanta e tendenzialmente mediano più che difensore di fascia, ha centimetri e spinta sulla corsia in più. Non abbastanza da farlo esordire tra i big con i colori di famiglia: Prato, AlbinoLeffe, Monza, rientro alla base seriana e annata monstre con il Mondo chiusa a primavera 2010 con 6 palloni nel sacco. Nell’agosto 2010 va al Cagliari, dove lega moltissimo con Davide Astori, conoscendo il battesimo del fuoco il 22 settembre al “Sant’Elia” con la Samp e perfino la fascia da capitano nel trofeo della coccarda in casa della Juventus il 12 dicembre 2012. Quattro stagioni ed ecco il neopromosso Cesena per un ulteriore giro di corsa anche in B, quindi Salernitana e adesso Livorno. All’attivo anche la Coppa Italia Primavera con i boys di Giancarlo Finardi nel 2003 e l’Europeo Under 19 in Liechtenstein battendo in finale il Portogallo.

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