Il difensore si svela prima dell’amichevole dell’Under 21 con la Norvegia: “Che piacere giocare a Perugia, Marco icona di Francia 2006. Rubo qualcosa a ognuno dei difensori dell’Atalanta, ma Mattia…”
“È un piacere giocare in azzurro e farlo a Perugia, ci sono stato due anni prima di venire a Bergamo: una tappa importante della mia carriera”. Gianluca Mancini è stato intervistato dalla Rai in vista dell’amichevole dell’Italia Under 21 con la Norvegia (martedì prossimo c’è la Serbia a Novi Sad) e le sue parole sono state riprese da L’Eco di Bergamo di oggi, mercoledì 21 marzo.
IL PRIMO MODELLO. All’orizzonte dei ricordi umbri si staglia la figura imponente passata di lì del primissimo idolo del centrale difensivo di Montopoli in Val d’Arno: “Mi piaceva Marco Materazzi, anche perché simpatizzavo per l’Inter – ha proseguito Gianluca, certo non una novità fra gli Azzurrini, richiamato dal neo ct Alberigo Evani (“Lo conosco da un paio di convocazioni in Under 20”) -. Ho tatuato il 23 in suo onore: è l’icona dei Mondiali di Francia nel 2006, con il suo gol in finale, e ho avuto la fortuna di conoscerlo”.
IL VICE CALDARA. Il discorso cade inevitabilmente sulla pietra di paragone di oggi, di cui il numero 21 nerazzurro è l’erede forzato: a giugno Mattia Caldara passerà alla Juventus. “Un grande giocatore, con la dote dell’anticipo e la capacità di ripartire: l’anno prossimo il posto da titolare non è già mio ma dovrò conquistarmelo in campo – chiude Mancini -. Voglio crescere rubando qualcosa anche a Toloi, Masiello e Palomino: dal brasiliano la gestione di palla e il sapersi buttare in avanti, da Andrea il saper capire dove andrà il pallone”.