Meno formazioni in Serie A e Serie B, le seconde squadre, la valorizzazione dei settori giovanili: sarà la svolta del nostro calcio?
La Gazzetta dello Sport oggi in edicola ha dedicato un approfondimento alle possibili riforme del calcio italiano dopo il fallimento Mondiale e le ha suddivise in cinque aree:
CAMPIONATI DA RIFORMARE. 18 società in Serie A, 18 in B e 40 in C, in cui inserire le seconde squadre per dare modo ai giovani di crescere tra i professionisti.
L’IDENTITA’ AZZURRA E I GIOVANI. Creazione di un vero e proprio Club Italia dotato di autonomia operativa e in grado di centralizzare le funzioni di organizzazione e indirizzo di tutte le Nazionali, con un rapporto costruttivo tra l’area federale e il mondo delle società.
INVESTIMENTI VIRTUOSI OBBLIGATORI. Il 10% dei fatturati delle società di Serie A destinati obbligatoriamente a investimenti nei settori giovanili e nelle infrastrutture.
GOVERNANCE E TRASPARENZA. Pesi elettorali da correggere. La Lega dilettanti porta il 34% dei voti per la FIGC mentre la Serie A il 12%: troppo poco per la massima serie. La Lega Serie A ha nominato il suo presidente, adesso si deve completare la governance con un amministratore delegato.
STADI, TIFO E SICUREZZA. In attesa di nuovi impianti va migliorata l’esperienza dei tifosi attraverso un innalzamento dei servizi. Servono nuove strategie fidelizzanti.