La vittoria in casa dei nerazzurri nei precedenti diretti con l’Udinese, nonostante la preponderanza del fattore campo, manca da circa quattro anni e mezzo. Un settebello in B la vittoria più ampia, la beffa di Delneri nello scorso campionato
Parli dell’Udinese, in casa Atalanta, e alla voce sinonimi sul vocabolario di Zingonia compare la parola tabù. Perché è dal 29 settembre del 2013, data che coincide anche con l’ultima vittoria a favore di campo, che sulle Zebrette non si passa proprio. Di lì, cinquina di ko totali, di cui un poker a Nordest e l’ultimo proprio a Bergamo nella passata stagione, l’11 dicembre 2016: lo sgambetto del tris (a uno) del grande ex Gigi Delneri, con Karnezis a parare le mosche (a Gomez, Caldara, Conti e Masiello) aiutato dal montante (Kurtic) e il trio Zapata-Fofana-Thereau (45′, 72′ e 87′) a rendere vano il temporaneo 1-1 dello sloveno ora in prestito alla Spal al 2′ della ripresa, di testa, su angolo del Papu. Inutile sottolineare che a terreni di gioco invertiti storicamente sia sempre andata male: sulle 32 sconfitte nel complesso, 25 a Udine, dove pareggi e sconfitte sono a quota 8 (70 gol a 43 per i nemici di giornata).
L’ULTIMA VOLTA. La doppietta firmata dall’ex di turno (il sesto del girone d’andata 2013/14) German Denis, nell’ultima stagione piena di Stefano Colantuono a Bergamo, è lo spettro che aleggia all’ombra della Maresana: stavolta emulare le gesta del Tanque è d’obbligo, per mantenere il passo nella corsa verso la seconda qualificazione di fila all’Europa League. Allora sotto i cingoli dell’argentino cadde Ivan Kelava, il portiere della squadra di Francesco Guidolin: nel recupero del primo tempo, il tuffo sul corner di Maxi Moralez rifinito dalla sponda di Cristian Raimondi; allo start del secondo, il rigore concesso e quindi annullato dall’arbitro Piero Giacomelli (ci pensa l’assistente Renato Faverani, che poi si sarebbe fatto Germania-Argentina, finale di Brasil 2014, con Nicola Rizzoli e Andrea Stefani) per fuorigioco di Danilo sulla trattenuta di Willy Stendardo e quindi il bis di sinistro al 63′ favorito dallo scavetto di Luca Cigarini.
MASSIMI E MINIMI. Il bottino pieno più eclatante dei bergamaschi fra le mura amiche sui 14 totali (2 in Coppa Italia, nel ’39/’40 e ’05/’06, a fronte di 19 pari e 7 ko; 61-35 il quoziente reti) è il 7-0 cadetto del 27 settembre 1931, sorta di derby magiaro tra gli allenatori Jozsef Violak e István Fögl. Il pomeriggio delle tre doppiette, di Panzeri (21′ e 79′), Sanero (25′ e 51′) e Barisone (76′ e 87′), con Bonello a firmare l’assolo al 66′. Seguono in ordine di ampiezza due trionfi Anni Cinquanta: la manita dell’11 gennaio ’53 (Luigi Ferrero contro Aldo Olivieri; 33′ e 82′ Brugola, 42′, 49′ e 85′ Rasmussen) e il set chiuso parimenti a zero il 18 aprile dell’anno seguente (Giuseppe Bigogno sulla panchina friulana; 4′ Corsini, 38′ e 71′ Bassetto, 47′ e 84′ Rasmussen, 68′ Brugola). Il ko interno più fragoroso, invece, è il 5-1 inflitto da Roy Hodgson a Giovanni Vavassori del 21 ottobre 2001: 5′ e 62′ Jorgensen, 57′ Doni, 76′ Iaquinta, 81′ e 86′ su rigore Muzzi.