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L’Atalanta e l’inutilità del giro palla

Contro la Samp i nerazzurri hanno tenuto in mano le redini del gioco, creando più occasioni anche durante il noioso monologo del primo tempo. Hanno pesato gli svarioni dietro e la traversa di Petagna

Nove chance per metterla contro sei, 59 per cento a 41 di possesso palla. Ma alla fine bastano due svarioni in ripiegamento e il nemico si porta via in cambusa il bottino pieno da corsaro. Atalanta-Sampdoria, stando alle statistiche prontamente raccolte dalla Lega Calcio di Serie A, è la dimostrazione vivente della triste veridicità del vecchio adagio secondo cui ai punti non si può mai vincere.

LE VOCI “PIÙ”. Ai nerazzurri non è infatti bastato prevalere in quasi tutte le voci che contano. 10 angoli a 7, 31 attacchi complessivi a 25, con preponderanza di quelli centrali: 19, mentre la catena di sinistra Castagne-Gomez, sbarrata dai raddoppi di marcatura di Andersen che si è occupato soprattutto del Papu, più di 7 non è riuscita a sfornarne. Anche i tiri in porta hanno detto Atalanta: 6 a 5, tutti dentro l’area e la metà scaturiti da palla inattiva, i due colpi di testa molli di Toloi nel primo tempo sbucati da altrettanti corner dalla destra del solito specialista e la girata per il pari temporaneo dello stesso brasiliano sugli sviluppi del piazzato dell’argentino con sponda di Musa Barrow.

PARI NEI LEGNI. Peccato per la traversa colta in gioco aereo da Petagna nel primo tempo sul tiro dalla bandierina del capitano: Caprari, prima della zampata di Zapata nel finale, impatta nella speciale classifica prendendo l’ascensore sul cross di Praet. E Berisha, super impegnato solo dal mancino da fermo di Ramirez nel recupero del primo tempo, sfiora appena.

ERRORI FATALI. Ma gli uomini di Gian Piero Gasperini devono fare ammenda per l’imprecisione nelle due fasi. Detto del tiro fuori per ciascuna frazione di Freuler (azione di Gomez strozzata) e Petagna (angolo e palla in uscita), da penna rossa i palloni persi per strada e regalati ai blucerchiati. 48 a 35, 1 ogni 2 minuti: un’enormità. E due decisamente di troppo, sotto forma di retropassaggi: quello di Castagne, tra l’altro mangiatosi un gol allo start su invito di Cristante,  per anticipare chissà chi sul filtrante di Praet e quello da centrocampo di Haas. Caprari e Zapata, sentitamente, ringraziano.

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