Compie 42 anni il fratello minore di Superpippo, col quale ha in comune ruolo e passato nerazzurro. Ma decisamente in tono minore. Altra cosa in panchina
IL CONFRONTO IMPOSSIBILE. A Bergamo c’è passato da calciatore ormai logoro, 2007-2008, sotto Gigi Delneri, 19 badge vidimati e zero nella casella dei marcatori, anche perché a segnare ci pensavano Doni, Floccari e Langella. Mica come l’altro con lo stesso cognome, 24 e capocannoniere nel 1997. Quello che oggi è un allenatore fra i più quotati della nuova generazione, ieri era l’emulo mai all’altezza del fratello maggiore, ben più famoso e fornito di numeri di lui. Anche se adesso per la legge del contrappasso sverna in B, al Venezia.
INZAGHINO FOREVER. Mentre lui, Simone Inzaghi, noto col diminutivo a dispetto della stazza, 42 anni proprio oggi, giovedì 5 aprile, rincorre la seconda qualificazione europea di fila. In sella a una Lazio che sta prendendo sempre più l’impronta vivace ma razionale del suo giovane condottiero. Capace di aver portato finora un trofeo in bacheca, la Supercoppa Italiana strappata in agosto alla Juventus. E la squadra fino ai quarti di Europa League, stasera in casa contro il Salisburgo.
DA BOMBERINO A MISTER. Da centravanti, sulle ali dell’Aquila, c’era arrivato a 23 anni, dopo la gavetta tra Carpi, Novara, Lumezzane, Brescello e il natìo Piacenza. Le vittorie nel carniere non gli mancano. E nemmeno le cifrette, quasi tutte accumulate nella Capitale tra Eriksson, Mancini e Delio Rossi, con l’altro intermezzo della Samp da gennaio a giugno 2005, 7 partite di nulla. 196 allacciate di scarpe e 55 gol (sui 90 totali in carriera), con la chicca del primato di società nelle coppe europee (20, di cui 15 in Champions League e 5 in Uefa) e sopratutto gli allori: Supercoppa Uefa 1999, scudetto 2000, Coppa Italia 2000-2004-2009, Supercoppa Italiana 2000-2009. E da mister, nelle giovanili, una Supercoppa (2014) e due Coppe Italia Primavera (2014-2015) tirando su marmocchietti d’oro come Cataldi, Lombardi e Keita. Tanti auguri.