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Gentile e Natali, candeline per due mastini

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Mimmo, diventato grande nel Foggia con Gigi Delneri, chiuse con la cavalcata in Coppa delle Coppe diventando poi dg a Zingonia. Lo stopper biondo fece avanti e indietro da Bergamo

Uno ha giocato con Strömberg, Osti, Soldà, Donadoni e Magrin. L’altro è venuto su cogli Zenoni, Zauri, Bellini, Pelizzoli e Pinardi. Uno ne compie 64 e l’altro 39. Come due degli altri tre compleanni atalantini del 5 aprile, è la festa di una coppia di reparto mai nata per ragioni anagrafiche. Perché se Inzaghino spegne le candeline da solo come attaccante a bocca asciutta in nerazzurro e tra i legni raggiungono il traguardo Rigamonti e Avramov, i due mastini del caso sono Carmine Gentile e Cesare Natali. Un salernitano trapiantato a Bergamo che appese gli scarpini al chiodo alla fine della stagione della storica cavalcata in Coppa delle Coppe con Emiliano Mondonico sulla tolda di comando, prima di diventare direttore generale a Zingonia dal 1991 al 1994 con la presidenza di Antonio Percassi, subentrato ai Bortolotti. E il bergamaschissimo biondone, un metro e novantadue di potenza frenata da acciacchi in serie, si fece tre tranches coi colori che gli fasciano il cuore da canterano verace: 1999-gennaio 2001 e 2001-2003 con Giovanni Vavassori e Giancarlo Finardi, 2004-2005 con Andrea Mandorlini e Delio Rossi. Retrocesso le ultime due volte per fare fortuna altrove.

IL MARCATOR GENTILE. Mimmo, ormai nella Città dei Mille da 35 anni, noto come marcatore fisicato e implacabile, formatosi nella Battipagliese e tornato della Salernitana natìa prima di spiccare il volo con Foggia (in A c’era un certo Gigi Delneri in regia), Verona e Genoa, sbuca dalle liste suppletive nell’ottobre del 1983 e non si muove più. Nedo Sonetti e il Mondo i suoi mentori di difensore maturo e smaliziato, con quel solo gol in campionato all’attivo, nella roboante rimonta fino al 2-2 del 16 dicembre 1984 nella tana del Milan. Il 2 settembre l’aveva fatto alla Juve nel 2-2 casalingo nel girone di Coppa Italia. A 34 anni, spesso con la fascia al braccio, dopo aver vissuto il ritorno al piano di sopra partecipando all’epopea fino alle semifinali col Malines, il ritiro. Con 172 partite alle spalle, di cui 27 nel trofeo della Coccarda, 1 nell’Anglo Italiano e 5 in Coppa delle Coppe.

IL NATALI DI BERGAMO. Per Cesarone da Dalmine, esordiente in prima squadra in B al posto del quasi coetaneo e pari ruolo Stefano Lorenzi il 9 gennaio 2001 in Atalanta-Savoia 4-1 dopo la gavetta a Lecco e Monza, e in A il 9 dicembre di quello stesso anno in Torino-Atalanta 1-2 come cambio della punta Corrado Colombo, restare alla base non era destino. Comproprietà a Bologna, quindi riscatto e dal 2005 – 80 presenze e 2 reti in nerazzurro, a Torino e Fiorentina, in una carriera di club da 386 a 14, bronzo agli Europei Under 21 nel 2002 in Svizzera – il giro d’Italia del pallone: Udinese, Torino, ritorno sotto le due torri e chiusura nel Sassuolo.

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