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Marmo e Micillo, candeline per le meteore atalantine

L’ala destra anni ’70 ballò una sola stagione, il portiere si fece soffiare il posto da Pinato ai tempi di Inzaghi capocannoniere

Non solo Mancini. Evidentemente, in chiave compleanni nerazzurri, il 17 aprile è il giorno della lettera M nell’incipit del cognome. Spengono le candeline, insieme al vice-post Caldara, anche due dell’Atalanta del passato: Corrado Marmo, centravanti-ala Anni Settanta (39 palloni nel sacco tra B e D nei soli campionati) che ne compie 71, e il portiere Davide Micillo, prodotto del vivaio della Juventus che ne fa 47 e fu a Bergamo 21 stagioni or sono senza troppa fortuna.

L’ALA DI MARMO, MA NON GRANITICA. Attaccante veloce spesso schierato ala destra in una carriera iniziata sotto casa a Canelli per poi dipanarsi fra Asti, Cesena, Bari, Reggio Calabria, Brindisi e Ferrara (senza mai essere utilizzato, come nella seconda stagione bergamasca), Marmo arriva nell’estate del 1975 dalla Puglia col jolly di scuola juventina Vincenzo Chiarenza. Uno dei tanti a fregargli la maglia numero 9 (la 11 la più usata, seguita dalla 7), finita anche ad Augusto Scala, alla mezzala Raffaello Vernacchia (bomber con 5 insieme a Chiarenza e “Gusto Gol”, però a segno una volta anche nel trofeo della coccarda) e al baby Hubert Pircher. Lui in 28 presenze (più 1 in Coppa Italia) ne mette due, decisive, sempre al “Comunale”, solo nel 1976: al Taranto il 18 gennaio (da 9), al Catania il 14 marzo. Il difficile campionato cadetto, cominciato con Giancarlo Cadè in panchina, nelle ultime tre giornate viene chiuso con altrettante vittorie buone per la salvezza da Gianfranco Leoncini.

MICILLO SENZA ARTIGLI. Se Marmo può dire di aver giocato con Percassi, Pierino Fanna e Antonio Cabrini, lo juventino di vercelli Micillo, 191 centimetri di morbidezza, attuale preparatore dei portieri degli Allievi Regionali bianconeri, può reclamare di essere stato il titolare fra i pali della squadra di Pippo Inzaghi capocannoniere in A (24) prima che l’ex milanista Davide Pinato riuscisse a fargli le scarpe. Ovvero 11 partite di campionato al netto del primo turno di Coppa Italia concessogli da Emiliano Mondonico il 23 agosto del ’96 sul campo della Spal (Sorce, Inzaghi, Sussi ed eliminazione). Inamovibile in 7 dei primi 8 turni, in cui ne becca 15, ne gioca altri tre oltre il giro di boa raccogliendo dalla rete la sfera altre 6 volte. E intanto Pinato ha il tempo di collezionare 757 minuti di record d’imbattibilità. Le altre piazze? Ancona, Ravenna, Genoa, Cesena, Reggina, Parma (dal gennaio ’99, quando tornato a Bergamo si ritrova Jimmy Fontana), Cosenza, Brescia, Ascoli, Catanzaro, Novara e Borgomanero. Auguroni.

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