L’ex bomber laziale parla della sfida di domenica all’Olimpico: “Inter e Milan incombono sulla corsa alle coppe, una delle due vincerà”
“Alla Lazio mancano Immobile, Radu e Parolo, ma nell’Atalanta è squalificato Caldara che è un bel giocatore: di stopper me ne intendo…”. Bruno Giordano fa la tara all’incrocio fra Champions ed Europa League dalle colonne de L’Eco di Bergamo del 4 maggio: “Daniele Filisetti, stesso ruolo, all’Olimpico in B non mi face toccare palla. Dissi ai dirigenti di comprarlo. Vincemmo 2-1 (22 maggio ’83, NdR), segnarono Badiani, Pacione e D’Amico”, ricorda l’ex attaccante, 108 gol con la maglia dei capitolini (sui 180 in carriera, nazionali comprese) tra ’75 e ’85 al netto della squalifica per il calcioscommesse dal 1980 al 1982.
LA SFIDA DI DOMENICA. “I tifosi vorrebbero in campo insieme Felipe Anderson, Luis Alberto, Milinkovic e una punta, ma è una questione di equilibrio – ragiona Giordano -. Una delle due squadre farà lo scherzetto all’altra, anche perché incombono le milanesi. Sono entrambe molto fisiche”.
ATALANTA SPARAGNINA, ADDIO. “L’Atalanta ha ingrandito la propria dimensione: grande tecnico, grande società, attenzione al settore giovanile: non a caso è in testa al campionato Primavera. Non trascura l’essenza del calcio pur facendo comunque business. Barrow aggiunge imprevedibilità, insieme a Ilicic è un’arma per far male alla difesa laziale”.
RICORDI IN NERAZZURRO. “Nel 1987 col Napoli vinsi scudetto e Coppa Italia: a Bergamo in campionato segnai (8 marzo, NdR) il gol della fuga solitaria, nella finale di ritorno (13 giugno, NdR) a cinque minuti dalla fine. Giulio Corsini fu l’allenatore del mio esordio, il 5 ottobre ’75 contro la Samp a Genova: vincemmo grazie a me all’ultimo minuto, giocavo in coppia con Chinaglia”.
