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Cigarini e Padoin, ma quanto ci fate male!

L’amarcord coi due ex di turno riporta alla ribalta il loro ruolo nel sorprendente bottino pieno del Cagliari a Bergamo del 30 dicembre scorso. I precedenti contro i nerazzurri

Uno ci ha messo l’assist, direttamente dalla bandierina, per il cabezazo del vantaggio di Pavoletti. L’altro il bis, grazie alla palla rubata da Farias all’imbambolato Spinazzola, tradito anche dal rinvio stitico di Gollini. Un ammollo di destro e un piattone sinistro. Gli ingredienti con cui il metronomo Luca Cigarini e il tuttofare Simone Padoin, all’andata, hanno cucinato la frittata all’Atalanta, a segno col tardivo guizzo del Papu Gomez sull’allungo di Toloi. Ma i due del Cagliari non sono certo nuovi ai dispiaceri contro i colori che hanno vestito a lungo e con successo: 181 presenze e 11 reti il Professore, 161 e 12 il tuttofare di centrocampo.

CIGARINI, IL MAGISTERO DELL’ASSIST. A dire il vero, dal punto di vista degli episodi decisivi, quella alla vigilia di San Silvestro è stata l’unica vera vendetta da ex del regista reggiano, che in precedenza aveva sfornato un servizio per la fronte di Cristiano Lucarelli per il temporaneo 1-1 in un Parma-Atalanta 2-3 del 3 febbraio 2008. Segnarono Pellegrino (di testa) su punizione di Guarente, Bellini, Floccari e Gasbarroni dal dischetto. Una delle 2 sconfitte del Ciga non atalantino insieme a quella dell’andata nella stessa stagione, il 2 settembre 2007 (Zampagna su rigore e Carrozzieri). Con lui in campo, anche l’1-1 a Bergamo l’11 marzo 2007 sempre in biancoscudato (Defendi e Coly) e il successo all’inglese in maglia Napoli l’Epifania del 2010, quando Quagliarella e Pazienza cacciarono Antonio Conte dalla panchina orobica (con schiaffo dei tifosi nell’antistadio). In quel caso si trattava di un ritorno alla base, prima dell’avventura sivigliana e del nuovo abbraccio con la Dea.

IL PADO, L’UOMO BUONO PER OGNI OCCASIONE. Ben diverso il destino di Padoin, il ragazzo di Gemona del Friuli (svezzato dal Donatello, come Andrea Petagna) che un bel giorno di gennaio, l’ultimo del 2012, passò alla Juventus per fungervi da portafortuna, il classico tappabuchi di lusso da utilizzare in corsia o da interno-mezzala, il martelletto con cui rompere il finestrino in caso di avaria grave dell’autobus. Lui il pallone nel sacco da volto conosciuto l’aveva già piazzato tumido, il 5 maggio 2014. Minuto 27 della ripresa, Pogba lo mette in condizione di consumare la vendetta che il furlàn ad altissima fedeltà non avrebbe mai voluto servire né calda né fredda, e lui da professionista esemplare lo fa. Trattenendo la lacrimuccia. Altrimenti, sai che fontana a spruzzo: da non nerazzurro ha vinto 9 volte su 14, e quando non ha portato a casina il bottino pieno era ai tempi del Vicenza (1 pari in campionato, 1 ko in Coppa Italia) tra 2003 e 2006. Paleolitico…

 

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