
Il brasiliano del Cagliari, squalificato sei mesi due giorni fa, affida la propria posizione a Instagram: “L’integrazione alimentare per noi sportivi è fondamentale”
Doping? Macché, integratori. Con “contaminazione involontaria”. Joao Pedro sceglie Instagram per scrivere una lettera che assomiglia a un’auto-arringa, dopo la squalifica di sei mesi (al lordo della sospensione: scade il 15 settembre 2018) comminatagli mercoledì dal Tribunale Nazionale Antidoping per positività all’idroclorotiazide (diuretico), riscontratagli il 9 marzo in riferimento ai controlli dopo lo 0-0 in trasferta col Sassuolo dell’11 febbraio.
Il trequartista del Cagliari, per il quale il 24 aprile la Procura Nazionale Antidoping aveva chiesto 4 anni di stop, è reduce dal rientro a Firenze e, a cose fatte, prova a difendersi sul social: “Non sarò il miglior giocatore del mondo ma ho sempre dato il meglio di me e sono sempre stato onesto e leale – si legge -, mi sono sempre comportato da professionista dentro e fuori dal campo cercando di migliorare sempre di più e per questo mi sono affidato a uno dei migliori medici di nutrizione sportiva in Brasile che facendo un trattamento appositamente per me mi ha prescritto degli integratori leciti, preparati da una rinomata farmacia brasiliana”.
Niente drogaggio chimico consapevole, dunque: “Non ho fatto nulla di diverso rispetto ad altri atleti cercando integrazione alimentare che per noi sportivi è fondamentale – ha proseguito Joao Pedro -. Non mi pento delle scelte prese affidandomi a persone altamente qualificate. Non avrei in nessun modo potuto sapere ed evitare la contaminazione involontaria. Vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state davvero accanto, mia moglie e mio figlio, la mia famiglia, i miei amici, i miei legali con il loro staff che mi hanno difeso facendo un grande lavoro, il Cagliari e tutti i tifosi che hanno sempre creduto in me!”.
