Da miracolato con l’Alzano Virescit a vedette in serie A con l’atalanta soffiando il posto a Taibi: mini storia di un atalantino con la gavetta alle spalle. Che ora vive di mare e spiaggia
Gian Carlo Finardi, quello dell’esordio al piano di sopra. Contro l’Inter, il 3 maggio 2003, per la squalifica del titolare Massimo Taibi, fregato per le sue mattane dal vago istinto omicida della settimana prima contro l’ex compagno doppiettista (2-2) del Torino Massimo Donati, colpevole di aver offeso gli ex compagni non esultando. Delio Rossi, quello della promozione a numero 1 nella seconda metà del 2004-2005, annata della retrocessione utile a defenestrare il rivale, poi sbolognato proprio ai granata. Una placida retrocessione, la numero 2, ed ecco Stefano Colantuono, cioè un giro di corsa da leader del ruolo incontrastato in B e l’altra in A. Nella carriera atalantina di Alex Calderoni da Ravenna, neo 42enne, in realtà ci sono anche Giovanni Vavassori e Andrea Mandorlini, che però il campo glielo facevano vedere col binocolo. Eppure la sua grazia di portiere artigiano, compatto e agile, dal gran rendimento, il romagnolo se l’è scollinata ovunque sia andato a parare. In tutti i sensi.
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DAL MIRACOLO ALZANO AL MARE DI CERVIA. Bergamo è una scoperta legata al secondo polo dell’epoca, in fin de siecle, del calcio orobico, nell’Alzano di Claudio Foscarini che portava nella ragione sociale nome e insegne della gloriosa Virescit. La promozione in A in bianconero all’alba del nuovo secolo è lo spartiacque della carriera dell’attuale gestore con la dolce metà del Bagno Oasi 67 di Cervia: prima, la gavetta nel Forlì e quindi coi seriani, da prodotto del Cesena. Nel dopo Mura Venete, la ridiscesa graduale verso le categorie minori, con la voglia di giocare di sempre: Treviso, Torino, Triestina, Atletico Roma, Cesena, Padova, Juve Stabia, Carrarese e Ribelle, chiudendo due estati or sono in serie D a Castiglione di Ravenna. In nerazzurro, 110 match con 119 reti subìte, 383 e 469 in 19 anni pieni da professionista. Un mare di auguri.